Cambiamenti climatici e agricoltura, in Commissione il focus sul sistema lombardo

La Commissione regionale Agricoltura, montagna, foreste e parchi, presieduta da Ruggero Armando Invernizzi (Forza Italia), ha incontrato gli esperti del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP) dell’Università degli Studi di Milano, i professori Roberto Pretolani e Luigi Mariani.

Sulle caratteristiche dell’agricoltura lombarda, gli accademici hanno presentato l’analisi scientifica:“Siccità, desertificazione, cambiamenti climatici e agricoltura”, Work-shop per l’VIII Commissione regionale sui possibili effetti dei fenomeni climatici sull’agricoltura lombarda.

Sin dal 2012, Regione Lombardia ha formulato le Linee Guida per un Piano di  adattamento ai cambiamenti climatici. In questo percorso – ha ricordato il Presidente Invernizzis’inserisce la Strategia Regionale di adattamento ai cambiamenti climatici con la quale si sono definiti i possibili interventi di mitigazione e adattamento. A partire da ciò, nel 2015, si è giunti all’elaborazione del Documento di Azione Regionale sull’adattamento al cambiamento climatico; uno strumento molto importante che definisce gli ambiti prioritari di intervento al fine di ridurre al minimo i rischi e gli impatti sulla popolazione, sui materiali e le risorse naturali e per aumentare la resilienza della società, dell’economia e dell’ambiente”.

Dalla ricerca è infatti emerso che la Lombardia, a causa della sua particolare posizione geografica e delle caratteristiche orografiche, territoriali e socio-economiche, presenta un’elevata vulnerabilità agli impatti del cambiamento climatico; in particolare il territorio ha registrato un incremento degli eventi meteorologici estremi con una frequenza più elevata rispetto alla media europea.

Peraltro, a conferma di ciò, recenti dati sull’emergenza–clima venutasi a creare negli ultimi decenni, mostrano un esponenziale aumento della frequenza delle tempeste anche sottoforma di uragani, di ondate di calore con prolungati periodi di siccità, etc.). In tal senso, i cambiamenti climatici diventano “vettori” della desertificazione, della degradazione del terreno, della perdita di fertilità del suolo, della riduzione della naturale resilienza del terreno e del peggioramento della qualità dell’acqua con gravi implicazioni anche sulla sicurezza alimentare e causa di migrazioni ambientali.

La riduzione delle superfici agricole dovuta all’abbandono e consumo di suolo – ha spiegato il Presidente dell’VIII Commissione regionale a margine dell’incontro – limita il ruolo dell’agricoltura nel governo del territorio. La vocazione della Lombardia per la produzione e la trasformazione zootecnica viene indebolita con la conseguenza che potrebbe essere minore l’utilizzo delle risorse idriche con possibili squilibri idrogeologici a livello regionale. Oggi però, il progresso tecnico e scientifico mette a disposizione dell’agricoltura mezzi innovativi per ottimizzare la produzione diminuendo le quantità e il costo dei fattori impiegati. L’utilizzo di queste tecniche di agricoltura conservativa e di precisione, potrà consentire un’intensificazione sostenibile. Gli interventi di carattere scientifico che oggi sono stati presentati all’attenzione della commissione contribuiranno a delineare un quadro complessivo che ci consentirà di definire le raccomandazioni di policy per fronteggiare tali fenomeni e per adottare delle coping strategies resilienti, tali da evitare conseguenze devastanti e compromettenti per il sistema agricolo della nostra regione”.