La lotteria? E’ nata in Lombardia, oltre cinque secoli fa

La lotteria Italia non sarà più il ‘sogno’ degli italiani (da tempo altri giochi, come il superenalotto offrono vincite maggiori), ma rimane una scommessa che molti italiani continuano a fare, sia pure con numeri sostanzialmente diversi da quelli di qualche lustro orsono. Se nel 1988, vennero staccati 37,4 milioni di tagliandi, quest’anno ne sono stati venduti solo 6,7 milioni. Di questi, ben 1.145.490 nella nostra regione, che, sia pur con un lieve calo rispetto all’anno passato (-2%), si conferma la seconda (dopo il Lazio) in fatto di ticket acquistati. Del resto, pochi sanno che la lotteria è nata proprio in Lombardia. Esattamente oggi, il 9 gennaio del 1449, quando in piazza Sant’Ambrogio a Milano si tenne la prima ‘edizione’ che la storia italiana ricordi. A inventarla fu un banchiere milanese, Cristoforo Taverna, con il fine di rimpolpare le esigui casse dell’Aurea repubblica Ambrosiana, ‘provate’ dalle spese per la guerra contro Venezia.   Questo nuovo gioco da un lato offriva anche ai cittadini più modesti la possibilità di aspirare al premio più alto e dall'altro invitava i giocatori a supportare la patria in momenti di difficoltà. Se la seconda motivazione, oggi, è difficile da immaginare in Italia, certamente la ‘speranza’ di intascare una cifra con sei zeri a fronte di una spesa davvero modesta, rimane la ‘molla’ che continua, anche a distanza di secoli, a far mettere mano al borsellino a milioni di persone. E fino a quando ci si limita a ‘provare’, giusto o sbagliato che sia, passi; ma occorre sempre stare attenti e non dimenticare che il ‘gioco’, quale esso sia, nasconde delle insidie e su determinati soggetti, può degenerare in ludopatia. Una vera e propria malattia, nei confronti della quale, da anni, Regione Lombardia è impegnata in campagne di monitoraggio e sensibilizzazione.