Il 13 Febbraio si festeggia il World Radio Day, Giornata Mondiale della Radio. In questa data infatti nel 1946 si effettuò prima trasmissione radio dall’ONU.
Tuttavia, le sperimentazioni che renderanno possibili le trasmissioni radiofoniche iniziano già nei primi decenni dell’800.
Nel 1820 il fisico danese Hans Christian Oersted scopre la relazione tra l'elettricità ed il magnetismo con un esperimento molto semplice. Dimostra che un filo attraversato da una corrente elettrica ha la capacità di deviare l'ago magnetizzato di una bussola.
Negli anni 30 del XIX secolo il britannico Michael Faraday sperimenta quelle che poi diventeranno le leggi dell’induzione elettromagnetica.
Lo scozzese James Clerk Maxwell, negli anni ’60 del diciannovesimo secolo elabora la prima teoria moderna dell'elettromagnetismo (la possibilità di inviare e ricevere segnali attraverso l’etere) sistematizzando tutte le precedenti osservazioni.
I primi passi delle tecnologie radiofoniche iniziano dunque sul terreno misterioso e per certi versi inquietante dell’elettromagnetismo.
E’ il 28 novembre 1875 quando Thomas Edison annuncia alla stampa di aver notato, durante le sue sperimentazioni con il telegrafo, un fenomeno che da lui chiamato "forza eterica". Abbandona questa ricerca quando il noto ingegnere e inventore Elihu Thomson, fra gli altri, mette in ridicolo la sua ipotesi. Dagli studi sull’elettromagnetismo, all’idea di “forza eterica” che valse ad Edison il dileggio della comunità scientifica, alle realizzazione delle prime trasmissioni radio, il passo è tuttavia breve.
Come spesso vale per le grandi “invenzioni” dell’umanità, è controverso attribuirle ad un unico ricercatore. E’ come se in un certo periodo di tempo molte intelligenze e molte ricerche si fossero mosse nella stessa direzione, tanto da confluire poi nel risultato finale. Basta ripercorre la storia delle ricerche sull’elettromagnetismo e sulla trasmissione a distanza per rendersene conto: dalle sperimentazioni del russo Aleksandr Stepanovič Popov, a quelle di Nikola Tesla, ingegnere statunitense di origine serba, che nel 1893 A St. Louis, nel Missouri diede una dimostrazione pubblica di comunicazione radio "senza fili."
Il brevetto formale spetta comunque all’italiano Guglielmo Marconi che nel 1896, trasferitosi in Inghilterra, registra un brevetto britannico per l'invenzione della radio, il "Brevetto n° 12039 – Miglioramenti nell'Emettere Impulsi Elettrici e Segnali in Apparato allegato".
Formalmente è il primo brevetto ufficiale di invenzione della radio, sebbene Marconi avesse utilizzato appunto diverse tecniche realizzate da altri sperimentatori, ed assomigliasse a dispositivi realizzati da altri inventori, fra cui Popov.
La storia del brevetto è a sua volta controversa perché, al di fuori dell’Europa, in un primo momento l'Ufficio Brevetti Americano assegnò a Tesla il primo brevetto per l'invenzione della radio, ma successivamente cambiò decisione a favore del brevetto di Marconi.
La vicenda umana di Tesla, considerato uno “scienziato pazzo” dai suoi contemporanei, è piuttosto singolare e nel 1943, poco dopo che egli era morto in miseria, la Corte Suprema degli Stati Uniti d'Amercica, impugnò il suo brevetto numero 645576 riconoscendo lo scienziato come l'inventore della radio.
La prima stazione radio viene costruita in Inghilterra nel 1897, sull' Isola di Wight, a Needles, e il 20 agosto 1920, la WWJ di E.W. Scripps di Detroit, di proprietà dell’aviatore editore di The Detroit News, ottiene la prima licenza commerciale per la radiodiffusione, con regolare orario di programmazione ( senza pubblicità).
Un passaggio tecnico significativo è la trasmissione del segnale radio in “modulazione di frequenza”: nel 1933 venne ufficialmente registrata la trasmissione radio in FM, invenzione dello statunitense Edwin Howard Armstrong. La modulazione di frequenza ha il vantaggio di essere meno sensibile alle scariche elettrostatiche e alle interferenze, provenienti sia dall'apparecchiatura elettrica stessa, che dall'atmosfera.
Il primo regolare servizio radiofonico della storia inizia in Gran Bretagna, e precisamente dalla stazione Marconi di Chelmsford in Cornovaglia, il 23 febbraio 1920 e viene trasmesso, per due ore consecutive al giorno, per un periodo di due settimane.
Da ricordare la data del 6 ottobre 1924, che segna ufficialmente la nascita della radiofonia italiana. La prima società concessionaria è L’URI, Unione Radiofonica Italiana, fondata il 27 Agosto 1924. L’unica fonte di notizie riconosciuta è l’Agenzia Giornalistica Stefani, nata a Torino nel 1853,per volere di Camillo Benso di Cavour e diventata in quell’anno di proprietà di Manlio Morgagni, molto vicino a Mussolini.
Negli anni ‘20, tuttavia la radio è ancora un genere di lusso, al pari dell’automobile. Basti pensare che mentre la Fiat lancia la prima vettura autenticamente popolare, la “Balilla”, al prezzo di poco superiore alle 10.000 lire, la Marelli mette sul mercato un ricevitore commerciale, il Musagete, a quasi 3.000 lire. Solo nel maggio del 1937 viene messo finalmente in vendita un tipo di apparecchio radio ad un prezzo più accessibile (430 lire pagabili in 18 rate).
Il primo collegamento in diretta è quello dell’incontro che passerà alla storia del pugilato, fra i pugili Bosisio e Jacovacci nel 1928.
L’informazione radiofonica quotidiana inizia quindi in Italia nel giugno 1930, quando il “giornale radio” inizia ad essere diffuso in tre edizioni quotidiane ad orari sfalsati. Solo nel 1935, sotto la guida di Antonio Piccone Stella, nascono le nuove edizioni delle ore 13.00 e delle 13.50, precedute dal segnale orario, che scandisce le giornate degli italiani.
Infine, nel 1954 La Regency produce la prima radio tascabile, e quindi portatile a transistor, il TR-1, alimentata da una batteria “standard” a 22.5 volt.