Sarà la chiesa milanese di San Giuseppe ai Padiglioni ad ospitare questa domenica (in diretta su Rai 3, dalle ore 11) la Santa Messa, celebrata dall’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
“Una scelta particolarmente simbolica in questo periodo” come riportato dal sito della Chiesa ambrosiana, con cui “ l’Arcivescovo esprime in un luogo di cura la sua vicinanza ai malati e a chi soffre a causa dell’epidemia da Coronavirus, nonché a tutto il personale sanitario, che in queste settimane opera con grande impegno e abnegazione”.
Forse poco conosciuto ai più, anche per via della sua posizione proprio nel cuore del sito ospedaliero, il piccolo edificio in mattoni rossi, accoglie da sempre le preghiere di quanti, per malattia o per lavoro, frequentano la cittadella sanitaria.
“Una comunità spirituale che da sempre affianca, come pastorale sanitaria, le attività del Policlinico” ci spiega don Giuseppe Scalvini, parroco di Santa Maria dell’Annunciata, la cui abside si affaccia proprio davanti al nosocomio milanese e da cui la chiesa di San Giuseppe ai Padiglioni dipende. Sorta questa come cappella interna del Policlinico, venne poi ampliata e ora vive tra le recinzioni del cantiere per la costruzione del nuovo ospedale. “ E’ sempre stato un punto riferimento per i pazienti, i parenti e per i dipendenti e il personale sanitario – continua don Scalvini-. Anche in questi giorni in cui non ci si può fermare, né avvicinare basta uno sguardo, un veloce cenno per scambiarsi supporto e sostegno”.
E mentre fervono i preparativi per la celebrazione eucaristica, che in ottemperanza alle disposizioni governative avrà luogo senza la presenza dei fedeli, don Scalvini non dimentica di esprimere un sentimento di gratitudine per quanti si stanno prodigando nella cura dei malati di Coronavirus. “ In questo tempo cancellato, in cui non c’è più né giorno feriale né giorno festivo, c’è solo tempo da dare alla cura delle persone – spiega don Scalvini -. E a quanti si stanno dedicando ad allievare le sofferenze va la nostra immensa gratitudine, non solo per cosa fanno e per il quanto, ma soprattutto per il come”. Turni infinti, richieste estenuanti, tutti stanno lavorando senza risparmiarsi. Anche per loro, per i malati e per le famiglie si pregherà durante la celebrazione che sarà appunto dedicata al difficile momento.
E, forse, non è un caso che la chiesa scelta per la celebrazione eucaristica di questa prima domenica di blocco totale, ospiti un affresco che raffigura la guarigione del lebbroso da parte di Gesù.
LA STORIA DELL’EDIFICIO
Notizie discordanti ruotano attorno all’edificio. Per quanto riguarda l'anno di costruzione della chiesa di San Giuseppe, sulla base di diversi autorevoli storici, si può considerare come attendibile la data del 1903 come inizio della costruzione. Interessante e in vero spirito solidale, il fatto che la Chiesa fu costruita con i fondi dell'Opera Pia Francesco Ponti, su progetto dall'ingegnere Speroni, allora Capoufficio tecnico dell'ospedale. La dedicazione fu invece voluta dal clero ospedaliero, per onorare la figura di San Giuseppe presente in modo discreto nella vita di Gesù. Dall'esempio della sua vita e delle sue sofferenze gli ammalati avrebbero potuto trarre aiuto e forza per la sopportazione del dolore e del male.
LA STRUTTURA
Originariamente, la chiesa era strutturata una sola navata a mattoni a vista. Le sue dimensioni inizialmente erano molto più piccole, rispetto alle attuali. Col sorgere di nuovi padiglioni, lo spazio divenne insufficiente per accogliere gli ammalati che frequentavano la chiesa. Il rettore vicario del tempo chiese, dunque, al Consiglio ospedaliero d poter procedere all'ampliamento, decisione che fu incoraggiata anche dal Cardinale Ildelfonso Schuster. Nel luglio del 1936 iniziarono i lavori che terminarono nel luglio 1937. Il 25 marzo 1938 fu consacrata dal Cardinale Schuster.
Dopo il Concilio Vaticano II ci furono alcuni lavori di ristrutturazione, per poter celebrare la Santa messa secondo la riforma liturgica che voleva il sacerdote rivolto verso i fedeli.
LA COMUNITA’
Nella parrocchia operano 3 sacerdoti e una comunità di sei suore di Maria Bambina, oltre a una ausiliaria diocesana che è anche assistente spirituale del Policlinico. Non è la prima volta che i riflettori si accendono sulla chiesa: già san Giovanni Paolo II, durante la sua visita milanese nel novembre 1984, in occasione del IV centenario della morte di San Carlo Borromeo si fermò al Policlinico. Vi sono poi le visite dell’Arcivescovo, che è anche parroco della chiesa di Santa Maria dell’Annunciata che celebra messa una volta all’anno nella ricorrenza dei Santi Innocenti e, negli anni dispari, in occasione della Festa del Perdono, istituita da Papa Pio II nel 1459 per incentivare la beneficenza nei confronti dell’Ospedale. L’ultima visita dell’Arcivescovo Delpini risale al 9 maggio 2019.
SERVIZI OFFERTI
Oltre al supporto spirituale e alla somministrazione dei sacramenti la Parrocchia offre un servizio di guardaroba per persone indigenti. “ VestitiConQuelloCheTiSvesti” raccoglie indumenti in buono stato e li mette a disposizione dei pazienti che si trovano in situazioni di difficoltà. In particolare, in questo momento di emergenza Coronavirus il servizio serve anche a fornire ricambi di biancheria ai pazienti indigenti o che non possono ricevere materiali da casa.
RACOLTA FONDI PER IL POLICLINICO
Tante le modalità per sostenere l’ospedale Policlinico di Milano a fronteggiare le spese per le cure ai pazienti affetti dal Coronavirus: dalla Fondazione Rava a quella lanciata da una studentessa e che in pochi giorni ha già raggiunto diverse migliaia di euro. Segno di una generosità che non si ferma davanti all’ermergenza sanitaria.
Donazioni possono anche essere fatte on line dal sito della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, all’indirizzo https://www.policlinico.mi.it/donazioni-lotta-al-coronavirus
IL SUSSIDIO PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA
https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/terza-di-quaresima-il-sussidio-per-la-preghiera-in-famiglia-311919.html
https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/terza-di-quaresima-il-sussidio-per-la-preghiera-in-famiglia-311919.html