La locuzione latina Virtute Siderum Tenus, significa: con valore verso le stelle. È il motto dell'Aeronautica Militare Italiana che orna il suo stemma araldico. Sintetizza il coraggio, la bravura ed il sacrificio di tutti gli aviatori italiani. Esattamente 97 anni fa, il Regio decreto n° 645 la elevava a Forza armata indipendente scorporata dall’esercito. Di fatto, solo vent’anni dopo i 12 secondi in volo dei fratelli Wright del 1903, i veivoli da guerra avevano già conquistato un ruolo di primo piano nei conflitti bellici. Dopo l’Unità d’Italia si deve al Tenente del Genio Alessandro Pecori Giraldi l’iniziativa di costituire un Servizio Aeronautico presso il distaccamento di Roma della Brigata Mista del 3º Reggimento Genio di Firenze con il compito di occuparsi degli aerostati da ricognizione. Nel gennaio 1885 il Servizio Aeronautico fu denominato Sezione Aerostatica destinata, tra l'altro, all'uso dei due palloni frenati (mongolfiere ancorate al terreno da uno o più cavi, usate per le osservazioni) in dotazione: il Torricelli e l'Africo. L’espansione fu veloce e la sezione del Genio assunse prima la dimensione di un battaglione e successivamente di una brigata. La prima scuola di volo militare venne fondata a Centocelle (Roma), che divenne anche il primo aeroporto italiano. Il primo brevetto di pilota venne rilasciato nel settembre 1909 al tenente di vascello Mario Calderara. Lo stesso Calderara, insieme al Ten. Umberto Savoia, firmò nel febbraio 1910 il primo contratto con i fratelli Wright per la produzione su licenza, in Italia, di 5 aeromobili che utilizzavano i brevetti detenuti dai due ingegneri statunitensi. Il primo utilizzo operativo delle forze aeree, con l'impiego di 4 aerostati, 2 dirigibili e 28 aerei, avvenne durante la campagna di Libia del 1911-1912.
Allo scoppiare della Prima Guerra mondiale, il Regno d’Italia poteva fare affidamento solo su 86 aerei, ma le esigenze belliche spinsero ad incrementare la produzione: in pochi anni ne vennero costruiti circa 12.000, la maggior parte dei quali nelle officine Caproni di Milano, nel quartiere Taliedo, nei pressi dell’attuale aeroporto di Linate. Le forze aeree si specializzarono in bombardamenti e i raid più importanti avvennero sulle coste del mare Adriatico, nel 1917 a Pola (in quel momento facente parte dell'Impero Austro-Ungarico) e addirittura sulla capitale, Vienna, dove nel 1918 avvenne un'incursione di 7 aerei guidati da Gabriele d'Annunzio. Anche la specializzazione aerea dei caccia ebbe una notevole espansione e si cominciarono a conoscere i primi nomi degli assi, come Francesco Baracca e Pier Ruggero Piccio. Nel primo conflitto mondiale l'armata dell'aria dovette pagare un costo notevole in termini di vite umane, poiché morirono quasi 2.000 aviatori.
Oggi l’aeronautica militare italiana, come gli altri Corpi dello Stato, è impegnata a fronteggiare l’emergenza Coronavirus che sta duramente colpendo il nostro Paese. Come sempre, gli uomini e le donne che vestono la gloriosa divisa dell’Arma azzurra, sono pronti a intervenire con impegno e spirito di abnegazione ovunque ci sia bisogno.