Non potrà svolgersi la tradizionale benedizione degli ulivi la prossima domenica, detta “delle Palme”. L’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, celebrerà la Santa Messa dal Duomo, aprendo i riti della settimana di Passione, senza la processione con i rami benedetti (in diretta su Chiesa Tv al canale 195 del digitale, Radio Marconi, Radio Mater, www.chiesadimilano.it e sul canale You Tube Chiesadimilano.it). La distribuzione è rimandata a una successiva celebrazione, al termine dell’emergenza sanitaria, come segno di ringraziamento, ricordando il racconto della fine del Diluvio universale, quando comparve una colomba con un ramoscello di ulivo, simbolo di pace.
TRA RITI E RECORD
La processione con i rami di ulivo affonda le sue origini nella festa ebraica di Sukkot – Festa della Capanne – in cui il popolo saliva in pellegrinaggio a Gerusalemme con in mano un piccolo mazzo – Lulav – composto da palme (segno di fede), mirto (simbolo di preghiera verso il cielo) e salice (per la sua forma, simile alla bocca dell’orante)
Riti a parte, l’ulivo, pianta mediterranea per antonomasia, è ormai diventata una delle eccellenze dell’agricoltura lombarda, con una sua storia e cultura. Va detto che la nostra regione può rivendicare il primato della coltivazione di ulivi più a nord del mondo. Secondo i dati di Confagricoltura Lombardia, nel 2018 il raccolto di olive è stato di 10.804 tonnellate, con una produzione di olio pari a 1,481 ton. Una ventina I frantoi e circa un centinaio le aziende che portano sulle nostre tavole oli DOP. L’olio lombardo rappresenta, infatti, un’eccellenza nel panorama dei prodotti tipici, pur con una produzione relativamente piccola, il comparto produttivo, soprattutto per la zona legata al lago di Garda e di Iseo, propone degli olii extravergine di oliva di alta qualità che ormai rappresentano a pieno titolo una tipicità regionale. Oltre alla zona del Garda bresciano, che vanta una produzione DOP di olio di oliva, coltivazioni si trovano anche nelle zone del lago di Iseo, nelle province del lago di Como (dove si stimano circa 40.000 ulivi coltivati con numerosi patriarchi plurisecolari), nella provincia di Bergamo – per le olive da cucina – e Mantova.
Tra gli altri primati del settore, una menzione va a un olivo secolare di varietà «Casaliva», molto produttivo, che si trova a Mura di Tignale a m 680 s.l.m.; è questo forse l'olivo sito in Lombardia a quota altimetrica più elevata.
Cifre da record vengono attribuite a una tempesta particolarmente dannosa che nel lontano 1877 interessò la Riviera gardesana: oltre ad abbattere migliaia di viti, distrusse, ben 1495 olivi nel territorio di Salò, Volciano, Gardone.
Tra gli altri primati del settore, una menzione va a un olivo secolare di varietà «Casaliva», molto produttivo, che si trova a Mura di Tignale a m 680 s.l.m.; è questo forse l'olivo sito in Lombardia a quota altimetrica più elevata.
Cifre da record vengono attribuite a una tempesta particolarmente dannosa che nel lontano 1877 interessò la Riviera gardesana: oltre ad abbattere migliaia di viti, distrusse, ben 1495 olivi nel territorio di Salò, Volciano, Gardone.
Palmares della longevità, viene attribuita ad una pianta di Limone, cui la tradizione popolare assegna 600 anni di vita.
TRA STORIA E LEGGENDE
La coltivazione degli ulivi nel Garda bresciano risale all’epoca degli antichi Romani, anche se frammenti di foglie di olivo vennero trovati fra i resti di palafitte di Pacengo (2.000 a.C.), datando la presenza della pianta all’età del Bronzo.
Testimonianze della produzione nei territori dell’antica Brixia, compaiono anche in autorevoli autori latini. Virgilio lo nomina due volte nella Quinta Bucolica («quanto il flessibile salice cede al lucido olivo…») e nell'Ottava Bucolica. Più specifici i ricordi dell'olivo del poeta latino Claudiano (sec. IV d.C.) che nei suoi poemi magnifica le selve d'olivi che cingono le rive dei laghi retici.
E’ certa la presenza in tempi antichi dell'olivo anche sul lago d'Iseo e nelle zone pedemontane. A testimonianza dell’antica presenza, la denominazione della frazione Sensole a Monte Isola, viene da alcuni fatta derivare da Sinus olei, ovvero l'insenatura degli olivi.
Un ruolo particolare per la diffusione dell'olivo, oltre che del limone, viene attribuito nel sec. XIII alla presenza dei francescani. Un grande ulivo ammirato ancora verso la metà dell'800 nell'Isola di Garda veniva indicato come piantato dallo stesso San Francesco.
Le foglie lanceolate e i caratteristici tronchi aggrovigliati, fecero poi da sfondo alla leggenda dei gemelli Limone e Grineo, già nota verso la metà del 1500. La rielaborazione moderna narra del corteggiamento di Benaco e Fillide, loro genitori. Il dio Benaco, signore del lago, dopo la delusione amorosa di Tavine «fu scosso da un canto melodioso di donna proveniente dal vicino oliveto al margine della spiaggia». Si trattava della ninfa Fillide, giovane appena diciassettenne e di raggiante bellezza. «Lusingata dalle espressioni sempre più galanti e infuocate, accondiscese a intrattenersi con Benaco sotto gli ulivi». Ai due gemelli nati dall'incontro, la leggenda attribuirà rispettivamente lo sviluppo e il patrocinio dell'agricoltura (Limone) e della pesca (Grineo).
La coltivazione degli ulivi nel Garda bresciano risale all’epoca degli antichi Romani, anche se frammenti di foglie di olivo vennero trovati fra i resti di palafitte di Pacengo (2.000 a.C.), datando la presenza della pianta all’età del Bronzo.
Testimonianze della produzione nei territori dell’antica Brixia, compaiono anche in autorevoli autori latini. Virgilio lo nomina due volte nella Quinta Bucolica («quanto il flessibile salice cede al lucido olivo…») e nell'Ottava Bucolica. Più specifici i ricordi dell'olivo del poeta latino Claudiano (sec. IV d.C.) che nei suoi poemi magnifica le selve d'olivi che cingono le rive dei laghi retici.
E’ certa la presenza in tempi antichi dell'olivo anche sul lago d'Iseo e nelle zone pedemontane. A testimonianza dell’antica presenza, la denominazione della frazione Sensole a Monte Isola, viene da alcuni fatta derivare da Sinus olei, ovvero l'insenatura degli olivi.
Un ruolo particolare per la diffusione dell'olivo, oltre che del limone, viene attribuito nel sec. XIII alla presenza dei francescani. Un grande ulivo ammirato ancora verso la metà dell'800 nell'Isola di Garda veniva indicato come piantato dallo stesso San Francesco.
Le foglie lanceolate e i caratteristici tronchi aggrovigliati, fecero poi da sfondo alla leggenda dei gemelli Limone e Grineo, già nota verso la metà del 1500. La rielaborazione moderna narra del corteggiamento di Benaco e Fillide, loro genitori. Il dio Benaco, signore del lago, dopo la delusione amorosa di Tavine «fu scosso da un canto melodioso di donna proveniente dal vicino oliveto al margine della spiaggia». Si trattava della ninfa Fillide, giovane appena diciassettenne e di raggiante bellezza. «Lusingata dalle espressioni sempre più galanti e infuocate, accondiscese a intrattenersi con Benaco sotto gli ulivi». Ai due gemelli nati dall'incontro, la leggenda attribuirà rispettivamente lo sviluppo e il patrocinio dell'agricoltura (Limone) e della pesca (Grineo).
LE CITTÀ’ DELL’OLIO
Per valorizzare e tutelare il patrimonio naturale e per promuovere il turismo che ruota attorno alla produzione dell’olio, è stata istituita l’Associazione Città dell’olio. Nata 25 anni fa, raccoglie in tutta Italia 125 località: per la Lombardia aderiscono i Comuni di Iseo, Marone, Monte Isola, Monzambano, Pisogne, Sale Marasino e Sulzano.
Ogni anno, nella terza domenica di ottobre, nell’imminenza del raccolto, organizza su tutto il territorio nazionale la Camminata tra gli olivi. A queste iniziative si aggiunge anche la rete delle Strade dell’olio e che ha visto proprio a fine 2019 l’apertura di un tracciato nel territorio del Comune di Marone, grazie anche a un contributo di 40mila euro stanziato dalla Regione. Si tratta di un percorso ad anello di 13 chilometri, che abbraccia tutto il territorio comunale e che permetterà di apprezzare l’ospitalità in strutture agrituristiche e conoscere le 11 aziende agricole che producono l’extravergine d’oliva.
Tra le iniziative di promozione, Monte Isola si è classificata lo scorso anno al terzo posto delle «Best European Destinations 2019» dopo Budapest e Braga (Portogallo). L’opportunità è nata dalla proposta di Eden con il sostegno di Regione Lombardia.
Per valorizzare e tutelare il patrimonio naturale e per promuovere il turismo che ruota attorno alla produzione dell’olio, è stata istituita l’Associazione Città dell’olio. Nata 25 anni fa, raccoglie in tutta Italia 125 località: per la Lombardia aderiscono i Comuni di Iseo, Marone, Monte Isola, Monzambano, Pisogne, Sale Marasino e Sulzano.
Ogni anno, nella terza domenica di ottobre, nell’imminenza del raccolto, organizza su tutto il territorio nazionale la Camminata tra gli olivi. A queste iniziative si aggiunge anche la rete delle Strade dell’olio e che ha visto proprio a fine 2019 l’apertura di un tracciato nel territorio del Comune di Marone, grazie anche a un contributo di 40mila euro stanziato dalla Regione. Si tratta di un percorso ad anello di 13 chilometri, che abbraccia tutto il territorio comunale e che permetterà di apprezzare l’ospitalità in strutture agrituristiche e conoscere le 11 aziende agricole che producono l’extravergine d’oliva.
Tra le iniziative di promozione, Monte Isola si è classificata lo scorso anno al terzo posto delle «Best European Destinations 2019» dopo Budapest e Braga (Portogallo). L’opportunità è nata dalla proposta di Eden con il sostegno di Regione Lombardia.
UNA GARA A COLPI DI CESOIE
Non è uno sport, non è solo una competenza agraria ma sicuramente è una passione quella che porta ogni anno decine di appassionati a sfidarsi a colpi di cesoie. Si tratta del Campionato nazionale di potatura di olivo, che si disputa anche in tornei regionali. Nella X edizione il titolo venne attribuito all’olivicoltore di Toscolano Maderno, Sergio Cozzaglio, cui si deve anche la catalogazione di una nuova varietà di ulivi. Tra gli alberi che circondano la villa romana dei Nonii Arrii di Toscolano, appartenuta a Marco Nonio Macrino, l’ovicoltore notò che alcuni ulivi avevano tratti distintivi diversi da tutti gli altri. Incuriosito, inviò alcuni campioni al Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia, che si occupa del tracciamento genetico dell’olivo. Il risultato delle analisi confermò che questi olivi hanno un Dna non catalogato . Sono una varietà nuova e sconosciuta, risalente ad almeno 150 anni fa.
La processione con i rami di ulivo affonda le sue origini nella festa ebraica di Sukkot – Festa della Capanne – in cui il popolo saliva in pellegrinaggio a Gerusalemme con in mano un piccolo mazzo – Lulav – composto da palme (segno di fede), mirto (simbolo di preghiera verso il cielo) e salice (per la sua forma, simile alla bocca dell’orante)