Le interrogazioni e le interpellanze presentate nella seduta di lunedì 4 maggio

Nella seduta consiliare di lunedì 4 maggio, presieduta da Alessandro Fermi (FI), sono state trattate sette interrogazioni e due interpellanze.

Dichiarazioni dell’Assessore allo sviluppo economico Alessandro Mattinzoli

Il Presidente della Giunta regionale condivide le affermazioni del suo Assessore allo sviluppo economico nei confronti del Premier? Lo chiede il PD attraverso un’interrogazione (primo firmatario il Capogruppo Fabio Pizzul) in merito ad alcune dichiarazioni di Alessandro Mattinzoli rilasciate a inizio marzo e in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. “L’Assessore Mattinzoli – ha risposto il Sottosegretario ai rapporti con il Consiglio regionale Fabrizio Turba (Lega) – ha già, pubblicamente e in più occasioni, rivolto le sue scuse al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E’ ormai chiaro a tutti – ha osservato – che si è trattato solo di uno sfogo in un momento di forte pressione psicologica ed emotiva al termine di un lungo periodo trascorso in terapia intensiva a lottare contro il terribile Covid-19”.

Cassa integrazione in deroga

Quante sono le domande di Cassa Integrazione in deroga decretate e inviate all’INPS, il tempo medio impiegato per l’elaborazione, le risposte a mail e numero verde e la stima dei giorni per l’evasione completa delle pratiche ricevute. E’ il contenuto del Question Time presentato dal PD (primo firmatario il Consigliere Pietro Bussolati). “E’ giusto fare chiarezza su questi numeri, perché c’è stato un ‘balletto’ di cifre lette in questi giorni”, ha risposto l’Assessore all’Istruzione, formazione e lavoro Melania Rizzoli. “A questa mattina alle ore 8 – ha affermato – le domande decretate dai nostri uffici sono 48.200. E’ il sito INPS – ha spiegato – a non essere aggiornato, diffondendo così dati che creano confusione. Temendo un disallineamento nei sistemi informativi – ha fatto sapere Rizzoli – la settimana scorsa ho chiesto e ottenuto che sul sito di Regione Lombardia venissero pubblicati quotidianamente i decreti di autorizzazione della Cassa integrazione in deroga insieme a un contatore generale, che in massima trasparenza aggiorna di giorno in giorno i dati”.

Chiarimento sui criteri di trasferimento dei pazienti all’Ospedale in Fiera di Milano

Quali sono stati e quali sono i criteri di trasferimento dei pazienti dagli ospedali lombardi alla Fiera? Lo ha chiesto un’interrogazione presentata dal Capogruppo di +Europa-Radicali Michele Usuelli. “L'ospedale in Fiera rimane per noi un elemento centrale, lo è nella strategia lombarda e in quella italiana”, ha risposto l’assessore al Welfare Giulio Gallera (FI). La struttura, ha spiegato, “sarà punto di riferimento strategico nei prossimi mesi della Fase 2, nella speranza di non doverlo utilizzare perché vuole dire che non c’è una seconda fiammata del virus”. L’esponente della Giunta Fontana ha ripercorso le tappe della realizzazione dell’ospedale in Fiera, ricordando anche che ai primi di marzo “la situazione era drammatica, in quel momento bisognava dare soluzioni” e “la soluzione era stata, su suggerimento degli intensivisti, quello di realizzare un luogo concentrato dove poter le collocare un numero ampio delle terapie intensive, anche per ottimizzare il personale”. 

Criticità riguardanti alcuni accadimenti presso l’Ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo

Conoscere l’esatta successione dei fatti che hanno interessato l’ospedale di Alzano Lombardo dal 23 febbraio 2020 (data di accertamento del primo caso di Covid-19 nell’area bergamasca) alle successive 72 ore al fine di ripercorrere le vicende della diffusione del contagio nella provincia di Bergamo. E’ il contenuto dell’interrogazione presentata dal Movimento Cinque Stelle (primo firmatario il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza Dario Violi, illustrata in Aula dal Consigliere Marco Degli Angeli). “Domenica 23 febbraio arrivano i referti dei primi due tamponi positivi per Covid-19. Viene costituita immediatamente presso la sede di Seriate l’unità di crisi che definisce per il presidio di Alzano Lombardo di bloccare in servizio il personale di turno del mattino, di sottoporre a tampone faringeo gli operatori in servizio che hanno avuto contratti stretti, di chiudere l’accesso al Pronto soccorso, di vietare l’accesso ai parenti dei degenti nelle unità operative coinvolte, di sospendere l’attività ordinaria”. Questa la risposta dell’Assessore al Welfare Giulio Gallera (FI), che anche ricordato le iniziative attuate in merito alla sanificazione dei locali e della distribuzione di dpi al personale. “Ad Alzano Lombardo – ha aggiunto – nei giorni immediatamente successivi, sono stati sottoposti a tampone tutti gli operatori, anche asintomatici, che sono stati a contatto stretto con i pazienti risultati positivi al Covid-19”.  

Ripresa della fase lavorativa in sicurezza. Effettuazione ravvicinata test sierologici e tamponi

Come fanno tutti i casi diagnosticati come sospetti Covid-19, non più sintomatici, che hanno terminato la quarantena, (ex sintomatici che hanno trascorso la malattia e quarantena a casa senza che sia mai stato fatto a loro un tampone) a riprendere in tranquillità (senza il timore di contagiare altri) l’attività lavorativa a partire dalla FASE 2? Lo chiede un’interrogazione presentata dal Gruppo Lombardi Civici Europeisti (Primo firmatario la Consigliera Elisabetta Strada). “Il criterio guida che è previsto dalla circolare 9774 del 20 marzo 2020 dice: l’esecuzione dei test diagnostici va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici e paucisintomatici e precisa i criteri di priorità raccomandati dall’OMS: pazienti ospedalizzati con infezione respiratoria grave, tutti i casi di infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle RSA e nelle strutture di lunga degenza, operatori sanitari esposti a maggior rischio, operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, operatori delle RSA anche asintomatici e delle altre strutture per anziani, persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia e persone fragili e vulnerabili”. Così ha risposto l’Assessore al Welfare Giulio Gallera (FI), riassumendo le priorità adottate in una Regione, ha ricordato, “che vede 300mila operatori del sistema socio-sanitario, circa 70mila persone positive al Covid-19 e che ha effettuato oltre 400mila tamponi”.  

Aggiornamento dotazione DPI e monitoraggio sanitario assistenza territoriale

A che punto sia l'approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale, nonché la priorità nell’esecuzione dei tamponi e test sierologici per il personale sanitario, deputato alla medicina e assistenza territoriale e a domicilio e alle RSA e RSD? Lo ha chiesto la Question Time del PD (primo firmatario la Consigliera Carmela Rozza). “Con nota circolare del 22 aprile, destinata ai direttori generali delle Ats – ha riposto l’Assessore al Welfare Giulio Gallera (FI) – si è comunicata l’avvio della distribuzione dei primi kit per l’esecuzione del test sierologico per la ricerca degli anticorpi anti Sars-Cov-2. Il test viene proposto a una quota di popolazione e agli operatori sanitario e socio-sanitari. A giovedì avevamo fatto 14mila test sierologici sul personale sanitario e ogni giorno abbiamo stock di 10mila persone fra cittadini e personale”.  

Kit per la ricerca rapida degli anticorpi da Covid-19

Sulla base di quali argomenti e criteri di natura tecnica e scientifica, Regione Lombardia, per la ricerca di anticorpi anti COVID-19, ha prediletto l’utilizzo del kit di Diasorin, invece che altri, rispetto al primo, precedentemente convalidati e disponibili con anticipo? Questo il contenuto dell’interrogazione presentata dal Movimento Cinque Stelle (primo firmatario il Consigliere Massimo De Rosa) alla Giunta Regionale alla quale ha risposo l’Assessore al Welfare Giulio Gallera (FI): “I test sierologici sono molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circostanza virale, non possono allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di rna virale dei tamponi naso-faringei secondo i prodotti indicati dall’OMS. Quindi – ha sottolineato – per uno studio epidemiologico, si fa uno studio ‘randomizzato’ su pochi numeri per capire come si è sviluppata la diffusione del virus. La domanda ora, però, è di avere un test che possa dare al singolo una certezza sul suo stato di salute. Questo è il nostro obiettivo, che ci ha portato a scegliere l’unico test che in quel momento ci poteva dare questo risultato. Poi abbiamo fatto una manifestazione d’interesse a chiunque potesse offrire un test con le stesse caratteristiche”.

Interpellanze

La Giunta ritiene opportuno introdurre maggiori tutele nel Programma Energetico Ambientale Regionale (PEAR) in relazione alla possibilità di installare impianti fotovoltaici su suolo agricolo lombardo? Lo ha chiesto la Consigliera Patrizia Baffi (Gruppo Misto), che ha anche chiesto se si intenda valutare l’estensione delle limitazioni e quali azioni si intendano mettere in campo per incentivare ulteriormente l’installazione a terra di impianti fotovoltaici privilegiandole aree dismesse da riqualificare. “Non avremo più un PEAR, ma un PREC (Piano Regionale Energia e Clima) in attuazione a quello nazionale. L’attuale piano, approvato nel 2015 e di durata quinquennale, è infatti in scadenza. Già dal 2019, abbiamo avviato una serie di riflessioni con tutti gli stakeholder per raccogliere tutti i suggerimenti migliorativi rispetti al piano nazionale che comunque dovremo considerare e declinare sul nostro territorio”. Così ha risposto l’assessore all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo. In merito agli impianti alimentati da fonti rinnovabili, l’esponente della Giunta, ha ricordato che secondo norme nazionali “compete alla Regione porre limitazioni e divieti, ma con argomentate motivazioni, quindi a valle di un percorso e in base a determinati criteri. Regione Lombardia – ha fatto sapere – ha già rafforzato la limitazione di installazione di impianti fotovoltaici sul suolo agricolo nei terreni che ricadono negli ambiti ove si abbiano produzioni agroalimentari di particolare tipicità, negli ambiti destinati ad attività agricola strategica individuati dalle Province, nei restati ambiti per poter installare un impianto da un megawatt ci vogliono almeno 20 ettari di terreno”.     

Che considerazioni ha fatto Regione Lombardia in merito allo studio epidemiologico di ATS Città Metropolitana sull’impianto di incenerimento Silla 2 e se intenda effettuare ulteriori approfondimenti per valutare eventuali azioni al fine di tutelare la salute dei cittadini. Lo ha chiesto il Consigliere M5S Massimo De Rosa al quale ha risposto l’Assessore al Welfare Giulio Gallera (FI): “L’Agenzia di tutela della salute della Città Metropolitana di Milano ha effettuato una valutazione sullo stato di salute dei cittadini residenti nell’area dell’inceneritore Silla 2. I risultati sono contenuti in un report che è stato illustrato a sindaci, cittadini e portatori di interesse. In quell’occasione, sono stati discussi tutti i temi di potenziale interesse per la popolazione e discussi possibili interventi di mitigazione su iniziativa delle amministrazioni locali con il contributo dell’Ats”.