Ricorrenze, 844 anni fa la battaglia di Legnano tra storia e leggenda

La battaglia di Legnano si è svolta il 29 maggio 1176 nell'Altomilanese (ora Lombardia) tra l'esercito dell’imperatore del Sacro Romano Impero Federico I di Hohenstaufen (1122-1190 detto il Barbarossa) e le truppe della Lega Lombarda. Il campo di battaglia si suppone compreso tra le località di Legnano e Borsano.

Gli antefatti riconducono a quando il Barbarossa, salito al trono di Germania il 4 marzo 1152 e incoronato il 18 giugno 1155, imperava sui territori dell'Europa centrale e occidentale del Sacro Romano impero, nell’Alto Medioevo. L’imperatore era convinto che la rinascita del potere imperiale discendeva direttamente da Dio e che il potere di incoronare l'imperatore fosse in assoluto attribuito al Papa. Per questo motivo, e non solo, il cruente evento di Legnano segna una tappa fondamentale nella rivalsa e sviluppo dei Comuni italiani contro il potere egemonico imperiale.

In sintesi, la storia narra che il Barbarossa, dopo aver consolidato il suo potere in Germania, prese di mira la penisola italiana a quel tempo travagliata da agitazioni e tumulti per effetto della crescita in potenza e in ricchezza dei Comuni, Milano in particolare. Attraversate quindi le Alpi, venne accolto da Lodi e Pavia decise a chiedere la sua protezione e mettere così fine alle ambizioni egemoniche di Milano sulla Lombardia.

Nel 1154 con la prima Dieta di Roncaglia, Federico I rivendica la supremazia del potere imperiale secondo il quale il volere del principe aveva forza di legge e per questo l’imperatore era disposto a soffocare nel sangue il crescente prestigio e potere dei Comuni su quello feudale. Fu così che nel novembre 1154 decise di colpire Tortona (alleata di Milano) che ben presto sopraffatta si arrese tra le macerie delle sue mura. Dopo questo episodio, il Barbarossa rivolse le sue attenzioni anche su Roma dove il pontefice Adriano IV (1100-1159), muovendosi in anticipo attraverso un formale invito, il 18 giugno 1155 lo incoronò in San Pietro assicurandosi la sua protezione. Quattro anni dopo la morte del Pontefice, i cardinali scelsero come successore Papa Alessandro III (1100-1181) più sensibili alle istanze di indipendenza dei Comuni e contrario al potere imperiale sulla penisola italiana.

Dal suo canto Federico I contrappose l’antipapa Vittore IV (1095-1164). In questo contesto, nel volgere di pochi anni dalla disfatta di Tortona, i milanesi ricostruirono le mura della città e allacciarono alleanze con i comuni di Brescia, Cremona e Piacenza, attaccando poi la città filo imperiale di Lodi. Nel 1158 però il Barbarossa convocò una seconda Dieta di Roncaglia per riaffermare il suo potere nella penisola. Di fronte alle resistenze, l’imperatore obbligò le città di Piacenza e Cremona a distruggere le loro mura. A fronte del rifiuto anche Cremona, così come Tortona, venne rasa a suolo. Nel 1160, quindi, Federico I converge il suo esercito contro Milano che pur resistendo accanitamente alla fine si arrese. Come sfregio, i milanesi furono costretti a distruggere il loro Carroccio (un carro di drappi con i colori della città e sormontato da una croce). Tuttavia, dopo il rientro del Barbarossa in Germania, i rappresentanti delle città di Mantova, Cremona, Bergamo e Brescia s’incontrano nel monastero di Pontida. Era il 7 aprile 1167, giorno detto del giuramento di Pontida; un atto che trova riscontro solo per deduzione poiché innegabile che all’epoca Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e Parma storicamente si unirono coinvolgendo in breve tempo altre municipalità. Incoraggiati da Papa Alessandro III, i nemici del Barbarossa unirono le loro forze nell’ambito della Lega lombarda, un’alleanza che riuniva la maggior parte della grandi città del nord, questa volta con Milano e Lodi non più nemiche ma solidali tra loro. Nel maggio 1176, l’imperatore riunisce il suo esercito a Como e il 29 maggio la sua avanguardia si scontra nei pressi del villaggio di Borsano e a Legnano dove però si trova il grosso delle forze della Lega schierate intorno al ricostruito Carroccio di Milano. Il Barbarossa decide di lanciare l’attacco ma le truppe imperiali si trovano davanti a un insormontabile muro di picche, lance e scudi contro il quale risulta vano ogni assalto. Lo stendardo, la croce e la lancia del Barbarossa, simboli della vittoria totale cadranno nelle mani della Lega dei vincitori. Il trattato di pace sarà siglato a Costanza il 25 giugno 1183. La battaglia di Legnano pose fine alla quinta discesa in Italia di Federico Barbarossa e al suo tentativo di asservire al Sacro Romano Impero i Comuni dell'Italia Settentrionale. Lasciato il figlio Enrico VI a governare l'impero, con circa 20.000 cavalieri partì da Ratisbona nel maggio del 1189 per le Terze Crociate, seguito dal Re di Francia Filippo Augusto e dal nuovo d'Inghilterra Riccardo I (noto anche come Riccardo Cuor di Leone). In prossimità della Terra Santa, Federico Barbarossa trovò la morte il 10 giugno 1190, affogando nel fiume Salef, ora in territorio turco. La storia della battaglia di Legnano è anche leggenda raccontata per la prima volta dal cronista trecentesco Galvano Fiamma che 150 anni dopo la battaglia scriveva: “Alla testa della cavalleria comunale si trovava una compagine militare chiamata Compagnia della Morte, composta da 900 cavalieri e guidata da Alberto da Giussano”. Negli scontri, l'imperatore venne disarcionato e sparì alla vista dei combattenti. Anche sulla figura dell’uomo che condusse la Lega Lombarda alla vittoria Alberto da Giussano, nei documenti storici non vi è traccia. Anzi, le fonti sono più propense a rivelare che a guidare le armate della Lega Lombarda sia stato l’esperto cavaliere Guido da Landriano già console di Milano che dopo la battaglia si dedicherà all’attività politica come podestà di Asti, fino alla sua morte sopraggiunta nel 1190.