Ultime giornate d’estate, con sole ancora caldo. Perché non programmare una passeggiata in un bosco? Rigenera, costituisce una forma soft di esercizio fisico e favorisce il distanziamento sociale. La nostra regione ha un discreto patrimonio boschivo, accuratamente monitorato da ERSAF (l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste).
La superficie dei boschi lombardi viene calcolata in 619.893 ettari, pari al 26% del territorio regionale, il che equivale a 616 mq procapite. In termini di qualità dell’aria, questo significa un assorbimento annuale di 4,9 M tonnellate di CO2 l’anno. Si calcola che i boschi lombardi abbiano un incremento medio annuale di 1.318 ha di superficie.
L’81 % dei boschi lombardi si trova in montagna, il 12% in collina e, prevedibilmente, solo il 7% in pianura. Nella nostra regione il tipo di bosco più diffuso è il castagneto (l’11,4%). Seguono con poca differenza percentuale le peccete, ossia i boschi di abete rosso (11,1%), le formazioni forestali di orniello, carpino nero e roverella. (tecnicamente chiamati orno-ostrieti , che costituiscono il 10,8%), e le Faggete (10,4%). Molte informazioni al proposito si trovano anche sul Geoportale della Lombardia, dove sono disponibili i dati cartografici forestali.
Osservando la “storia” dei boschi lombardi si può notare che una significativa riduzione della superficie boschiva si è verificata nei primi decenni del 900. La riduzione si rileva dalle statistiche del 1911 e 1929 ed è connessa soprattutto all’incremento demografico avvenuto tra il 1861 ed il 1921, particolarmente accentuato nella montagna prealpina ed alpina, con la conseguente riduzione di superficie per far posto al pascolo e il maggior consumo di legname.
Dagli anni trenta in avanti la contrazione della superficie forestale si inverte grazie a nuove fonti energetiche che alimentano lo sviluppo industriale, all’esodo dalla montagna e agli effetti della legislazione di tutela del bosco. In questo periodo la statistica forestale precisa ulteriormente la definizione di bosco qualificandolo come “una superficie di estensione non inferiore a ½ ettaro in cui sono presenti piante forestali legnose che ne ricoprano la superficie per almeno il 50%”.
Gli annali di statistica ISTAT del 1947 riportano per la Lombardia una superficie boscata di 446.191 ha, e 472.723 nel 1980.
L’interesse per il bosco cresce fino a portare, nel 1985, al primo Inventario Forestale Nazionale (IFNI) che definisce bosco “un terreno di almeno 2.000 mq, coperto per almeno il 20 % di alberi o arbusti”. Questa definizione conduce naturalmente a considerare boschive aree più vaste del territorio lombardo.
A partire dal 2007 Regione Lombardia, avvalendosi di ERSAF, ha iniziato a pubblicare annualmente il Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia prendendo come riferimento informativo per la stima della superficie boscata regionale anche la Carta di Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali ( la cosiddetta DUSAF, ad aggiornamento periodico, ottenuta tramite fotointerpretazione di foto aeree).
Per migliorare ulteriormente la conoscenza del bosco a partire dal 2014 è stata avviata la redazione della Carta Forestale della Lombardia, ottenuta attraverso la composizione delle carte dei Piani di Indirizzo Forestali (PIF) regionali,. La Carta forestale è di fatto lo strumento che identifica il limite del bosco sul territorio regionale e attribuisce ad esso una tipologia secondo la classificazione ufficialmente adottata ed è stata adottata da Regione Lombardia come riferimento per le politiche regionali del settore,
E’ superfluo ricordare le funzioni del bosco per l’economia e per l’ambiente, dalla protezione del suolo e delle acque, alla conservazione della biodiversità, alla qualità del paesaggio e del clima, alle potenzialità turistiche e ricreative.
Indipendentemente da tutte queste considerazioni, è innegabile .che il bosco abbia un grande fascino per l’uomo, per il contatto che consente con la natura, per i suoi suoni per i fruscii i colori e gli odori. Non c’è bisogno di scomodare Cappuccetto Rosso, né schiere di elfi e fate, nè Mago Merlino per ricordare quanta parte dell’inconscio collettivo dell’umanità ha radici nell’atmosfera del bosco. Atmosfera che è bello vivere e rivivere, perché no, anche per esempio questo week end.