La chiamavano “Divina” ma lei certamente non si considerava tale; anzi era una persona umile e credente, legata alla propria famiglia e compassionevole con i bisognosi. A Saronno c’è un Museo a lei dedicato. Si trova a Villa Gianetti … è il Museo Giuditta Angiola Maria Costanza Negri, in arte Giuditta Pasta (Saronno 1797 – Blevio 1865).
Considerata tra le più celebri mezzosoprano del XIX secolo, la Casta Diva sta all’Ottocento come Maria Callas al Novecento. Molto apprezzata da Bellini (il Maestro modellò la “Norma” sulla personalità musicale di Giuditta) anche Donizetti e Rossini trovarono in lei ispirazione per le loro opere e sinfonie (Anna Bolena, Semiramide, etc).
Da quel lontano novembre del 1926 quando la Villa venne ceduta dalla Famiglia Gianetti al Comune di Saronno per essere destinata a Casa Municipale, ora Il Museo apre le sue porte grazie alla ricca raccolta di cimeli donati dal collezionista milanese Giorgio Cavallari che con tenacia e passione si è speso negli anni per conservare il ricordo e molti degli oggetti che furono cari all’artista.
Villa Gianetti ospiterà in maniera permanente la preziosa raccolta: un percorso museale riconosciuto di notevole interesse storico dalla Sopraintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia, che unisce aspetti artistici ma anche famigliari. Al primo piano sono presenti delle registrazioni che rievocano il mondo musicale della Casta Diva saronnese mentre a piano terra è possibile spaziare tra gli oggetti che narrano del suo impegno artistico e del suo lato umano, sensibile alle problematiche sociali. Esposti in cinque sezioni-ambienti, ben 667 pezzi fra oggetti, quadri, litografie, gioielli di scena, arredi, partiture e lettere dell’artista e dei suoi familiari. I diversi i livelli di narrazione e scenografie raccontano dei successi ottenuti in tutto il mondo, in particolare in Francia, Inghilterra e Teatro alla Scala di Milano e tratteggiano un’artista che non ha mai trascurato il legame con la sua terra, dove negli ultimi anni si ritirò a vita privata.