Nell’anno delle celebrazioni per il centenario della nascita di Federico Fellini, il Museo diocesano Francesco Gonzaga ospita fino al 25 ottobre la mostra collettiva “100 X 100 Fellini”, patrocinata dal Comune di Mantova: l’esposizione è un tributo al maestro del cinema italiano e mondiale, attraverso 100 opere d’arte inedite realizzate da 50 artisti italiani e internazionali, invitati dalle curatrici Francesca Bianucci e Chiara Cinelli a rendere omaggio, secondo la propria sensibilità ed espressività, all’immaginario felliniano e ai suoi archetipi.
La mostra sarà poi esposta anche a Milano dal 5 al 30 novembre presso lo spazio “Art Studio 38”.
«Un secolo fa nasceva Federico Fellini, regista fra i più amati e celebrati di tutti i tempi, che ha segnato la storia della cinematografia mondiale, delle arti figurative e del costume, scolpendo in modo indelebile il nostro immaginario collettivo – osservano le curatrici Francesca Bianucci e Chiara Cinelli –. La mostra “100 X 100 Fellini” vuole essere un tributo al grande regista che tutti conosciamo e amiamo ma ancor prima al suo straripante immaginario poetico, che egli ha profuso in tutte le sue opere, siano esse disegni, scritti o film, e che costituisce ancora oggi uno straordinario serbatoio di poesia e bellezza, oggetto di studio e fonte di ispirazione per registi, scrittori e artisti contemporanei. Questo mondo traboccante di immaginazione e vitalità è celebrato da 50 artisti contemporanei di grande talento, esponenti di diverse forme d’arte ed esprimentisi in una grande varietà di tecniche artistiche, che hanno dato vita a 100 opere d’arte inedite riunite in un omaggio corale originale e poetico. Pur nella frammentarietà di visioni, segni e voci, questo esuberante percorso visivo è attraversato da un’ispirazione comune e da un insieme di risonanze che riconducono, tutte, a quel surreale mondo immaginifico che Fellini ha saputo regalarci in ogni sua espressione artistica».
Ad arricchire il percorso espositivo, che intende caratterizzarsi per la coesistenza di linguaggi e stili differenti, si segnalano due contributi speciali: la fotografa di fama internazionale Maria Mulas presenta un ritratto di Federico Fellini, scattato a Milano il 2 aprile del 1987; lo scultore Carlo Previtali espone la sua “Gradisca”, scultura in ceramica raku policroma, omaggio a una fra le “maschere” più celebri del cinema di Fellini.
Il catalogo della mostra, edito da Il Pendolo di Foucault, ospita un importante contributo critico a firma dello storico dell’arte Claudio Caserta, che celebra la straripante personalità artistica di Federico Fellini, offrendo ulteriori spunti di riflessione sul mondo felliniano. Soffermandosi in particolare sul Fellini degli anni de “E la nave va” e “La voce della Luna”, Caserta osserva: «Fellini più si inoltra nel personale percorso esistenziale più semina domande dubbiose: dove finisce la musica e dove i morti? Ci sarà un passaggio tra le dimensioni? Può finire così? Ne “La voce della luna” ci sarà anche l’autobiografico dolore per il mancato figlio dell’epilogo, quel “Viaggio di G. Mastorna”, pensato, scritto, disegnato e, inevitabilmente, non girato in scena. Il protagonista viene a conoscere della sua scomparsa come distaccato spettatore. Fellini aveva saputo condurre la letteratura dai quesiti esistenziali ben oltre i maestri dell’Ottocento. E senza preoccuparsi nemmeno del dato, appunto, eminentemente letterario, si era spinto a raccontare, con il lieve distacco di chi ha ormai compiuto l’impresa, una dimensione di oltre-vita, fatta di normalità, di un diverso ed anche banale esistere di un viaggiatore distratto che ha appena appreso dalla televisione della sua morte nel disastro aereo, da cui deduce aver naturalmente iniziato il viaggio nell’eternità. In altro modo era accaduto anche a Palazzeschi, quando rivedeva, con naturale stupore, le persone scomparse riapparire sulle banchine di stazioni attraversate dal treno di cui era viaggiatore».“