La travagliata storia dell’Abbazia Benedettina Olivetana di Rodengo Saiano (BS) in Franciacorta e delle sue alterne vicende di gloria, declino e rinascita. Dall’anno di fondazione e istituzione del priorato a opera dei Monaci Benedettini Cluniacensi (1050) alla successiva assegnazione ai Monaci Benedettini Olivetani di Monte Oliveto Maggiore per volere di Papa Eugenio IV (1446); dalle macerie di un lungo abbandono forzato a causa delle leggi napoleoniche (1797) alla definitiva rinascita spirituale e religiosa con il ritorno dei monaci olivetani nel ricostruito cenobio per volere di Papa Paolo VI (1969).
Se ne parlerà sabato 19 dicembre 2020 alla presentazione del volume “L’abbazia dei Santi Nicola e Paolo VI di Rodengo: dalla soppressione al ritorno dei monaci”, organizzata dal Centro Studi Longobardi nella sede di via Gesù 5, Milano.
L’evento, patrocinato dal Consiglio regionale della Lombardia, ripercorre i tratti salienti del fervore spirituale dell’esteso complesso monastico che grazie al ritorno dei monaci olivetani ancor oggi rivive la sua antica gloria con la ripresa delle attività religiose, spirituali e culturali all’insegna del motto “Ora et Labora et Lege”. L’anno scorso, infatti, si è celebrato il 50° del ritorno dei monaci benedettini olivetani, avvenuto per diretto interessamento e volontà di Papa Paolo VI, desideroso che “il cuore affranto” del monastero ritornasse a palpitare più forte di prima come segno benedetto della presenza di Dio in mezzo agli uomini.
Con il ritorno dei monaci e con il sostegno della Sovrintendenza di Brescia, di Regione Lombardia e di numerosi tra enti e associazioni, si è instaurata un'ininterrotta opera per riportare il complesso architettonico al suo antico splendore e luogo di pregio storico-artistico-culturale assolutamente da tutelare e valorizzare anche come patrimonio religioso, monumentale e sociale.
ll Centro studi longobardi, fondato il 1 ottobre 2014 e istituito dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Brescia, dalla Provincia di Varese e dai Comuni di Brescia, Castelseprio e Gornate Olona, si occupa del patrimonio storico-culturale del popolo longobardo in Italia e in Europa e delle comunità che si sono sviluppate sul lascito del regno e dei ducati longobardi. Muovendo dai beni monumentali del sito seriale UNESCO, ne promuove la fruizione nel più ampio contesto storico dell’Europa medievale e dell’eredità longobarda nel corso dei secoli fino ai nostri giorni.