Inclusione sociale e reinserimento a fine pena: 7.000 persone coinvolte nei progetti

Oltre 7.000 persone sono state coinvolte nei progetti di inclusione sociale per i detenuti, avviati da Regione Lombardia negli ultimi tre anni. E’ quanto riporta la relazione realizzata dall’Ufficio studi regionale, su richiesta della Commissione Carceri del Consiglio.

I progetti sono previsti dalla legge regionale 25 del 2017. Di essi 11 hanno riguardato i minori e 22 gli adulti. Ai primi sono stati assegnati complessivamente circa 2,5 milioni di euro, ai secondi 7,3 milioni. La legge regionale per l’inclusione sociale e lavorativa è entrata   in vigore alla fine del 2017 e prevede misure per il reinserimento rivolte perlopiù alle persone che hanno ricevuto una condanna definitiva, soprattutto quando si trovano in prossimità della fine della pena.

La strada da percorrere è ancora lunga – ha commentato la Presidente della Commissione Speciale Carceri, Antonella Forattini (PD) “Purtroppo, in termini di dotazione finanziaria, i contributi non sono stati sufficienti per raggiungere un’ampia platea di beneficiari e, soprattutto, per coprire tutto il territorio lombardo.- sostiene la Presidente–  “Sorgono divergenze territoriali molto evidenti e mi auguro che le buone pratiche possano essere riproducibili in ogni area e per il più ampio numero di destinatari. E’ anche da considerare che in questo terribile periodo di pandemia ci sono stati rallentamenti e sospensioni di alcuni fondamentali interventi (per esempio quelli sulla giustizia riparativa)”.

I progetti per l’inclusione vengono selezionati tramite avviso pubblico e devono essere presentati da almeno tre soggetti riuniti in una partnership che comprenda Enti Pubblici locali (il coinvolgimento di un Comune è richiesto in ogni progetto), organizzazioni del terzo settore, enti accreditati per la formazione, associazioni.

Lo stanziamento iniziale è stato di 2 milioni di euro. Con esso Regione Lombardia ha partecipato ad un programma di partnership pubblico-privata, il “Programma 2121” , promosso dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, cui prendono parte anche soggetti del terzo settore e imprese pubbliche e private. Il programma, della durata di tre anni, prevede a regime di inserire persone detenute nel settore immobiliare e dell’edilizia.

Nel 2018, la Giunta regionale ha adottato un nuovo provvedimento (con dotazione di 4 milioni di euro a valere sul FSE) per permetterne la prosecuzione e il consolidamento dei programmi nell’arco del 2019 e 2020,

L’idea che accomuna i progetti è quella di lavorare su piani integrati puntando così a raggiungere 11 mila persone.

Nell’edizione 2019/20 dei progetti è stato richiesto un allargamento del partenariato che propone l’intervento, arrivando ad almeno 5 soggetti coinvolti fra organizzazioni del terzo settore, enti accreditati per la formazione e il lavoro, enti riconosciuti delle confessioni religiose e enti gestori accreditati.

Nel 2019 la Giunta regionale ha aderito anche ad un Accordo tra Regioni e Province Autonome e la Cassa delle Ammende (l’ente vigilato dal Ministero della Giustizia) che incoraggia una programmazione condivisa degli interventi e mette a disposizione di Regione Lombardia 1,3 milioni di euro circa per i progetti di inclusione lavorativa e sociale.

Per fronteggiare la situazione che si è poi determinata con la pandemia da Covid19, la Giunta regionale ha dovuto prorogare e adattare le misure. Per quanto riguarda i progetti finanziati con risorse FSE, per far fronte anche all’aumento di costi che derivano dalla necessità di dover adattare i progetti al contesto emergenziale e alle misure di contenimento dell’epidemia, è stato stanziato 1 milione di euro (POR FSE) per incrementare il contributo già assegnato a ciascun progetto fino al 20%. In questo ambito si sono anche migliorate le dotazioni tecnologiche per premettere di continuare da remoto le attività che non si possono tenere in presenza.

I progetti (alcuni dei quali sono stati prorogati al prossimo giugno) sono ora in fase di conclusione e di rendicontazione. Ciò che appare consolidato e che si deve al lavoro di questi anni è la costruzione di reti di welfare penale che promuovono e realizzano i percorsi.

Per i progetti da qui al giugno del ‘22 è in corso la procedura di selezione. I temi saranno quelli del sostegno alle vulnerabilità, inclusione attiva, sostegno al territorio e con il territorio.  Particolare attenzione viene prestata al sostegno alle famiglie.

La nuova dotazione è di 6 milioni di euro con un contributo ai progetti fino all’80% delle spese previste a fondo perduto, con un tetto massimo di 250 mila euro.

Fra gli elementi da considerare infine, secondo quanto si legge nella relazione, la situazione cronica di sovraffollamento, che nella nostra Regione permane: per 100 posti disponibili in Lombardia risultano in media 124 detenuti. Il rapporto è inferiore a quello del 2019 (138%) ma comunque più elevato della media italiana.

Secondo i dati del Ministero della Giustizia, a fine 2020 nei 18 Istituti penitenziari della Lombardia erano presenti circa 7.600 persone, il numero più elevato fra le regioni italiane Per quasi metà sono persone straniere, nel 5% dei casi donne. A seguito delle misure adottate durante l’emergenza Covid19 per arginare la diffusione dell’epidemia, le presenze degli adulti nelle carceri sono diminuite (erano 8.500 nel 2019).