L’arte di Congdon al memoriale della Shoah

Quando varcò l’ingresso del campo di concentramento di Bergen -Belsen, nel maggio del 1945, l’ambulanziere William Congdon, arruolatosi come volontario nell’American Field Service, non immaginava di essere sull’orlo dell’abisso. Gli inglesi avevano da poco cacciato i tedeschi e agli occhi dei liberatori si presentò qualcosa di imprevedibile né di facilmente descrivibile. L’impressione era di essere entrati in un angolo di inferno, con cadaveri ovunque e sessantamila derelitti stipati in spazi angusti, ammalati e denutriti. “Lo spettacolo della massa di morti nelle fosse -ha scritto Congdon- era al di là di una comprensione immediata, al punto che, con un certo spavento, si era costretti a cercare dentro di sé una reazione adeguata. Per cogliere il vero senso di queste fosse, non guardavamo la massa ma il singolo indiviso   in quel luogo ho incontrato il mio male”.

Le tre settimane di permanenza a Bergen sono per Congdon un’esperienza sconvolgente che l’artista ha voluto descrivere in un testo dattiloscritto e in numerosi dipinti, opere oggi al centro della mostra “In the Death of One” ospitata dal memoriale della Shoah presso la Stazione Centrale di Milano dal 14 ottobre al 31 gennaio. A Bergen Congdon scopre definitivamente la sua vocazione di pittore, nell'occasione concretizzatasi in una produzione che ci fa immergere in una realtà tragica e ci invita a compiere un viaggio nel profondo di noi stessi. Un percorso introspettivo che l’artista ha voluto affrontare peregrinando tra America ed Europa fino a stabilirsi in terra lombarda, per la precisione in un monastero della Bassa milanese, a Buccinasco.

Abbracciata la fede cattolica, Congdon (Providence, Rhode Island, 1912 – Buccinasco 1998) è stato boicottato da chi lo aveva portato alla celebrità facendolo esporre nelle più importanti gallerie. Furono anni difficili, durante i quali il valore dei suoi lavori non era però venuto meno. Così i paesaggi della pianura lombarda hanno costituito una nuova base per una rinascita nonchè la fonte d’ispirazione per dipinti universalmente riconosciuti come unici. Oggi la memoria di William Congdon è conservata dall’omonima Fondazione, che appunto ha organizzato la mostra presso il Memoriale della Shoah insieme alla Fondazione Intercoltura.

L’esposizione, patrocinata anche dal Consiglio regionale della Lombardia e dal Comune di Milano, presenta, oltre ai disegni e ai testi risalenti al 1945, anche una scultura del 1940 e due opere a olio degli anni successivi.