Leader locali e regionali dell’Unione Europea bocciano la proposta di bilancio pluriennale (2028-2034) avanzata dalla Commissione UE a metà luglio.
In una Risoluzione adottata all’unanimità, il Comitato europeo delle Regioni chiede a Palazzo Berlaymont di “rivedere la sua proposta sul fondo per i piani di partenariato nazionale e regionale e invita il Consiglio e il Parlamento europeo ad aderire a tale richiesta“.
E lancia un appello affinché il futuro quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea resti saldamente ancorato ai principi della coesione, della sussidiarietà e della governance multilivello, mantenendo una gestione concorrente dei fondi e riconoscendo il ruolo che le regioni rivestono nella coesione e nello sviluppo agricolo e rurale.
“Oggi abbiamo espresso un parere fortemente contrario alla logica dirigista della Commissione – spiega Giovanni Malanchini, Presidente della Commissione speciale Autonomia di Regione Lombardia e rappresentante lombardo nel Comitato delle Regioni-. Nel piano della Commissione europea emerge in forte indebolimento della politica di coesione e l’annullamento della politica agricola comune. Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato nei giorni scorsi una mozione sulla politica di coesione e approveremo a breve una nuova mozione sulla Politica Agricola Comune: anche in Lombardia è emerso uno schieramento forte e trasversale che oggi chiede all’Europa di fermarsi”.
La Risoluzione – presentata con una voce sola dai gruppi Ppe, Pse, Renew Europe, Ecr, Ae e Verdi – è stata votata nel corso della plenaria del Comitato in corso a Bruxelles durante la Settimana europea delle regioni e delle città. Il testo ricorda che la politica di coesione è “il principale strumento a lungo termine dell’Ue per investire nella competitività, nella conoscenza e nello sviluppo sostenibile e per promuovere l’inclusione sociale”. La proposta di quadro finanziario rischia di “aggravare il deficit democratico e minare la fiducia nelle istituzioni dell’Ue a causa della prevista mancanza di controllo da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali o regionali”,
“Siamo sempre più convinti che l’Europa abbia un futuro se sarà in grado di costruire le sue scelte dal basso, valorizzando il principio di sussidiarietà -conclude Malanchini-. L’Europa dei burocrati danneggia tutti e non ha futuro: questo è il messaggio forte e chiaro che dal Comitato europeo delle Regioni i leader locali di tutte le forze politiche fanno arrivare oggi in modo forte e chiaro. Solo il mese scorso il Presidente Fontana, proprio qui a Bruxelles, aveva già ribadito con fermezza la netta contrarietà di Regione Lombardia, regione virtuosa che sa utilizzare al meglio i fondi europei e che rischia di subire tagli sostanziali che andranno a pesare sugli agricoltori, sulle imprese e sui cittadini”.