Commissione speciale Territori montani a Forte Montecchio Nord.

Presidente Giacomo Zamperini: “L’istituzione regionale conferma gli impegni assunti: realtà da conservare, promuovere e valorizzare”

Colico (LC), 19 maggio 2025 – “La Commissione speciale Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine e per i rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera ha toccato oggi con mano la realtà di Forte Montecchio, acquisito lo scorso anno da Regione Lombardia con l’intento di valorizzarne il patrimonio storico e culturale: questa realtà riveste un valore inestimabile e vogliamo assolutamente la sua tutela e valorizzazione, innanzitutto attraverso la messa in sicurezza del complesso monumentale e garantendo una costante manutenzione a cui si deve accompagnare un’adeguata e significativa promozione culturale. È nostro dovere preservare e rendere accessibili questi luoghi, affinché possano continuare a raccontare la storia alle future generazioni e possano al tempo stesso fungere anch’essi da volano e catalizzatore turistico in un territorio a forte vocazione naturale e paesaggistica”.

 

Lo ha sottolineato il Presidente della Commissione speciale Territori montani Giacomo Zamperini, che oggi insieme ai Consiglieri regionali Anna Dotti, Michele Schiavi e Alberto Mazzoleni (FdI), Silvana Snider (Lega), Gian Mario Fragomeli (PD) e Paola Pollini (M5Stelle), ha visitato Forte Montecchio Nord: era presente anche il Sottosegretario regionale ai Controlli, Demanio e Digitalizzazione Ruggero Invernizzi.
Ad accoglierli il Sindaco di Colico Monica Gilardi e il Sindaco di Dervio Stefano Cassinelli, insieme al Presidente del “Museo della Guerra Bianca” Walter Belotti.

Il Forte Montecchio Nord, situato a Colico, è una fortezza della Prima Guerra Mondiale considerata una delle meglio conservate in Europa. Regione Lombardia ha acquisito il complesso storico monumentale nel 2024 e, in collaborazione con ERSAF, Comune di Colico e l’Associazione Museo della Guerra Bianca, si è impegnata a valorizzarlo e a rivalutare la sua storia e la memoria collettiva.
Nel dettaglio, Regione Lombardia garantirà 250.000 euro (50.000 per ogni annualità fino al 2028) per la manutenzione ordinaria. Altri 770.000 euro (200.000 per ogni annualità dal 2025 al 2027 e 170.000 nel 2028) sono messi a disposizione dall’istituzione regionale per interventi manutentivi di recupero e di ripristino.

Forte Montecchio Nord, realizzato in pochi mesi tra il 1912 ed il 1914, a ridosso della Prima Guerra Mondiale, è una delle grandi opere fortificate su cui si impernia il complesso sistema difensivo della Frontiera Nord verso la Svizzera. Questo fu concepito e realizzato dal Regno d’Italia a protezione di un eventuale possibile attacco in forze attraverso la Confederazione Elvetica proveniente dalla Germania o dall’Austria-Ungheria.
Il sistema concentra le proprie strutture in corrispondenza delle maggiori vie d’accesso verso la Pianura Padana: il Gran San Bernardo, il Sempione, il San Gottardo, lo Spluga, il Maloja, il Bernina, lo Stelvio e la linea Tonale-Aprica, direttrici già tutte dotate, all’inizio del ‘900, di importanti strade e ferrovie. Forte Montecchio Nord è collocato strategicamente nel punto di convergenza di ben cinque di queste direttrici, il cui controllo era teso ad impedirne lo sbocco verso Milano.
Il Forte è interamente realizzato scavando la roccia per far posto ai volumi degli edifici in calcestruzzo e pietra. Per garantire la costante dotazione di acqua pulita necessaria alle esigenze del Forte e dei soldati esiste un complesso sistema di approvvigionamento costituito da ampi bacini di raccolta delle acque piovane, sistemi di filtraggio, lunghe condotte e grandi cisterne poste nel sottosuolo, al di sotto degli edifici principali.
Nell’edificio sud della caserma si trovano la cucina, alcuni magazzini e le latrine, mentre il più imponente edificio nord, blindato dalle possenti mura e dalla copertura in calcestruzzo spessa oltre 1 metro, accoglie i locali destinati nel tempo a fureria, comando, infermeria, armeria e alloggio per ufficiali e truppa.
Il riscaldamento degli ambienti avveniva grazie ad alcune stufe a legna (i cui scarichi si vedono sulle pareti interne, in alto, vicino al soffitto), mentre la salubrità degli edifici era garantita da numerosi esalatori (individuati dalle griglie al piede delle pareti interne), oltre che dal vespaio realizzato al di sotto dei pavimenti e dall’intercapedine posta tra gli edifici e la roccia retrostante.