Consiglio regionale, le mozioni discusse nella seduta dell’11 novembre

Facilitazione all’accesso ai prodotti mestruali e ai prodotti igienico-sanitari per l’infanzia e contrasto al gioco d’azzardo patologico i temi affrontati

Nel corso della seduta pomeridiana, il Consiglio regionale ha discusso due mozioni. Di seguito la sintesi.

Sostegno e facilitazione all’accesso ai prodotti mestruali e ai prodotti igienico-sanitari per l’infanzia
Dare piena attuazione agli impegni assunti in materia di prodotti igienici femminili e introdotti con la mozione 649 (Paola Bocci, PD), approvata dal Consiglio regionale nel dicembre 2021. Allo stesso tempo, estenderli alle necessità della prima infanzia (per esempio, latte in polvere e pannolini). E’ stato respinto nella seduta odierna dell’assemblea lombarda, presieduta da Federico Romani (FdI), il documento firmato da Paolo Romano (PD) e sottoscritto da PD, Italia Viva e AVS.
La mozione, in particolare, chiedeva di realizzare, tramite Polis Lombardia, un’indagine per conoscere il numero delle persone in condizione di vulnerabilità economica, di aprire un confronto con Federfarma per valutare la possibilità di offrire prodotti sanitari igienici femminili e per la prima infanzia a prezzo agevolato presso le farmacie lombarde; di promuovere la distribuzione gratuita di prodotti igienico-sanitari di prima necessità in luoghi di pubblico accesso e di sostenere l’apertura, presso servizi e uffici pubblici, di ulteriori spazi dedicati alla cura dei bambini e idonei all’allattamento.
Il documento impegnava infine la Giunta a valorizzare progetti e campagne di sensibilizzazione all’educazione mestruale e alla cura dei corpi, valutando l’opportunità di collaborare con agenzie formative e reti di associazionismo presenti sul territorio.
Il bisogno personale può diventare molto forte – ha detto Romanoed è mortificante non essere in condizione di poter acquistare beni di prima necessità. Ci sentiamo di riflettere su questo tema. Con questa mozione chiedevamo alla Regione di guardare alle persone che non sono in condizione di scegliere e inoltre di portare avanti campagne di promozione e sensibilizzazione per non demandare a internet i temi relativi alla sessualità e alla crescita”.
Il parere contrario del governo regionale è stato espresso dal Sottosegretario all’Autonomia Mauro Piazza: “Diversi progetti sono già attivi e numerosi interventi igienico-sanitari per categorie indigenti sono in corso di potenziamento. Alcuni impegni rivolti alla Giunta esulano comunque dalla nostra competenza”.
Per Nicola Di Marco (M5Stelle): “Sarebbe stato importante ottenere dalla Giunta il riconoscimento di situazioni umane che sono indipendenti dalla volontà”.
Questa mozione – ha spiegato Luca Paladini (Patto Civico) – aveva due meriti: quella di essere concreta e insieme politica. Parla di donne e di bambini, di persone che si devono misurare con i costi di cura e igiene. Si occupava dell’aspetto della cura, che è un diritto, una questione collettiva che richiede politiche pubbliche”.
Contraria Alessandra Cappellari (Lega): “Riconosco la buona intenzione dei firmatari ma non mi piace l’impostazione, ossia quella di trattare il ciclo mestruale come una malattia. Non condivido la necessità di promuovere campagne di educazione sulle mestruazioni, che non rappresentano un taboo. La vera questione è invece sostenere famiglie, mamme e bambini perché questo incide sulla natalità. La direzione giusta non è moltiplicare campagne ma prevedere risorse e continuare a investire sulla famiglia e la vita”.
Paola Bocci (PD) ha ricordato la mozione approvata nel 2021: “Ci eravamo espressi all’unanimità e in quella sede chiedevamo di produrre uno studio qualitativo sulla povertà mestruale e per studiare un programma di agevolazione per le persone più deboli economicamente. Quell’indagine qualitativa non è mai stata fatta. Convinta del testo di questa mozione, speravo se ne parlasse superando stereotipi e pregiudizi”.
“L’educazione mestruale è fortemente legata al tema della povertà. Non trovare spiragli di discussione e di ragionamento partendo da questa mozione è un’occasione persa” ha detto Michela Palestra (Patto Civico).
La strada da seguire – ha concluso Silvana Snider (Lega) – non è quella di campagne e programmi educativi, necessari in presenza di un’emergenza, ma di mettere al centro le famiglie con misure di sostegno per le nascite. Servono risorse mirate non campagne simboliche e ideologiche”.


Rinuncia alla proposta di compartecipazione al gettito dell’imposta sugli apparecchi e congegni di gioco e incremento delle risorse per l’attuazione del programma regionale di attività per il contrasto al gioco d’azzardo patologico

Il contrasto al gioco d’azzardo è stato il tema affrontato dalla mozione presentata da Michela Palestra (Patto Civico) e respinta in Consiglio regionale.
Il documento votato esprimeva contrarietà alla proposta di compartecipazione regionale al gettito erariale derivante dal gioco e a favore del ripristino del Fondo Gap (gioco d’azzardo patologico) e la previsione di maggiori risorse per le attività di prevenzione.
Questa scelta – ha detto Palestra contraddice le politiche introdotte negli ultimi anni dalla Lombardia e dalle amministrazioni locali, rischia di vanificare il lavoro realizzato nelle Commissioni Antimafia, Attività Produttive e Sostenibilità Sociale e di azzerare la fase di prevenzione. Quello su cui dovremmo ragionare – ha concluso Palestra – è come trovare nel prossimo bilancio regionale, risorse in più per attuare il piano lombardo di contrasto al gioco d’azzardo patologico e per promuovere attività prevenzione a livello locale”.
Nel documento si sottolinea che negli ultimi anni, e questo nonostante le politiche regionali messe in campo, i numeri del gioco d’azzardo sono in costante crescita, con conseguenze devastanti sulla salute, nei rapporti familiari e sui bilanci domestici.
La nostra Regione – ha sottolineato Roberta Vallacchi (PD) – è quella con più apparecchi di gioco e punti vendita. Sarebbe stato importante chiedere al Governo una legge organica di contrasto al gioco d’azzardo, ripristinare l’osservatorio nazionale e portare avanti campagne informative strutturate”.
Per Paola Pollini (M5Stelle) “si prendono i soldi dal diavolo e si compromette tutto il lavoro che si è fatto e si sta facendo, anche a livello locale, con grande responsabilità e fatica”.
Contraria alla mozione Paola Bulbarelli (FdI): “Non è affatto una resa ma una scelta di buona amministrazione che aiuta il bilancio regionale. La Regione ha dimostrato di combattere il gioco d’azzardo con norme rigorose e investimenti su prevenzione, cura e riabilitazione. Per combattere questo problema non servono vincoli o ideologie ma risorse, autonomia, responsabilità e capacità governo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alessandra Cappellari (Lega): “Nessuno nega che il gioco d’azzardo sia un’emergenza sociale e sanitaria. Non si tratta di fare cassa sull’azzardo ma di garantire risorse certe per politiche sanitarie e sociali, come quelle già in atto contro la ludopatia e necessarie per garantire prevenzione, assistenza e cura”.
Contrarietà è stata espressa anche da parte del Vice Presidente della Commissione Antimafia Marco Marrelli (Lombardia Ideale): “Bisogna continuare a supportare Enti locali e Comuni nella lotta contro il gioco d’azzardo e allora le entrate fiscali sono importanti perché potranno essere usate per la prevenzione”.
Il Vice Presidente della Regione Marco Alparone ha voluto sottolineare: “E’ un successo, non una contraddizione. Se ci sono entrate possiamo dare risposte concrete. A questo serve la compartecipazione al gettito d’imposta, a darci autonomia e a scegliere risposte adeguate. La Regione ha avuto il coraggio di affrontare il tema della ludopatia con coraggio e norme rigorose. Ora servono risorse per portare avanti il lavoro”.