Un focus sulla realtà lombarda degli ecoreati: i dati, illustrati oggi durante l’audizione congiunta delle Commissioni Speciale Antimafia e Ambiente, sono contenuti nell’indagine di Legambiente sulle Ecomafie.
L’approfondimento, richiesto dalla Consigliera Michela Palestra (Patto Civico), è stato sviluppato da Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità e da Sergio Cannavò del Centro di Azione Giuridica entrambi rappresentanti dell’associazione che da anni si occupa della tutela dell’ambiente.
La situazione lombarda, secondo quanto riferito, presenta luci ed ombre, in un quadro generale di aumento degli ecoreati. Pur rimanendo la prima regione del Nord per illegalità ambientale, la Lombardia è ottava a livello nazionale con 2.324 reati, pari al 5,7% del totale nazionale, con oltre 46mila controlli e 211 sequestri. I settori maggiormente “inquinati”, oltre a quello della “rifiuti connection” (657 reati e 719 persone denunciate), sono quelli legati al ciclo del cemento, dove gli illeciti passano da 880 a 1.009 (+ 14,6%) e fissano la Lombardia al 5° posto su scala nazionale, ed infine il maltrattamento degli animali (con un aumento del 34% e ben 435 reati).
A detta dei responsabili di Legambiente, funziona bene anche la collaborazione con la rete dei controlli messi in campo da ARPA Lombardia e Ispra.
Nel 2024, l’attività delle Forze dell’Ordine ha portato alla denuncia di 2.273 persone. Complessivamente sono stati 4.094 gli illeciti amministrativi e 3.790 le sanzioni amministrative. In particolare, per quanto riguarda i “Delitti contro l’ambiente“, sono stati fatti 247 controlli, che hanno portato alla luce 144 reati con 136 persone denunciate e 4 arrestate. Per questa fattispecie i sequestri sono stati 8 per un valore complessivo di 1milione e 250mila euro.
“Anche quest’anno Legambiente, con il suo prezioso lavoro di sintesi divulgato attraverso il rapporto Ecomafia, riporta un quadro allarmante per l’Italia, ma soprattutto per la Lombardia – ha dichiarato la Presidente della Commissione Speciale Antimafia Paola Pollini-. Essere la prima regione del Nord per ecoreati è un triste primato. Per quanto vi siano innovazioni incoraggianti sul fronte normativo nazionale, è necessario fare di più, soprattutto nelle Regioni, proprio a cominciare dalla Lombardia. Occorrono maggiori controlli, più trasparenza e una strategia integrata attraverso la quale tenere conto delle infiltrazioni mafiose nei settori dell’ambiente, dei rifiuti e dell’edilizia”.
All’incontro era presente anche Riccardo Pase (Lega), Vice Presidente della Commissione Ambiente, che ha sottolineato l’importanza dell’economia circolare, come antidoto alle infiltrazioni criminali. “I dati sono interessanti e andrebbero sviluppati e approfonditi meglio a seconda del tipo e dell’entità del reato – ha spiegato Pase-. Sicuramente la Lombardia è protagonista positiva: nonostante l’aumento dei reati, serve maggiore attenzione ma la capacità di prevenzione messa in campo è altissima e il numero dei reati è contenuto se rapportato a popolazione residente e al PIL, addirittura in alcuni settori minore rispetto ad alcune province del Sud Italia. Soprattutto la gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti disincentiva il ricorso a pratiche illegali. Bene l’inasprimento delle norme che tutela i territori”.
Tra le province con il maggior numero di illeciti Brescia (501 reati), Monza e Brianza (172 ecoreati) e Milano (137), ma balzano all’attenzione anche gli 86 arresti della provincia di Cremona e i 72 di Como.
Il rapporto evidenzia anche un aumento del 14,4% dei reati ambientali in Italia nel 2024, con oltre 1,2 miliardi di euro di sequestri e sanzioni. Il fatturato dell’ecomafia ha raggiunto i 9,3 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente.
Durante l’audizione è stata ribadita la necessità di rafforzare la collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni ambientaliste, e di sostenere le proposte avanzate da Legambiente, tra cui il rafforzamento delle pene per i reati ambientali, il contrasto all’abusivismo edilizio e una maggiore trasparenza negli appalti pubblici.