Il Consiglio regionale premia il ciclista Roberto Dotti

Il Presidente Federico Romani ha consegnato un riconoscimento all’ex ciclista comasco in occasione del quarantesimo anniversario del titolo mondiale di “stayer”

Era il 25 agosto 1985: Roberto Dotti, ex ciclista comasco, conquistò il titolo mondiale di ciclismo su pista, specialità “stayer”, sull’anello del velodromo “Rino Mercante” di Bassano del Grappa.

A quarant’anni da quella storica impresa, questo pomeriggio il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani e la Consigliera regionale comasca Anna Dotti (Fratelli d’Italia) hanno consegnato la medaglia di Como in bronzo a Roberto Dotti.

Roberto Dotti ha creduto in un sogno, lo ha inseguito e lo ha raggiunto – ha sottolineato il Presidente Romani –. Lo ha fatto scendendo in pista con le caratteristiche insite nel DNA dei lombardi: passione, determinazione, cuore, oltre naturalmente a preparazione fisica e capacità tecniche. Quell’oro, a distanza di quarant’anni, ancora oggi lo sentiamo un po’ nostro. Perché dietro a quella impresa che appartiene a un ciclismo d’altri tempi non c’è solo l’atleta che l’ha fatta. C’è un allenatore, Domenico De Lillo, da sempre al fianco di Roberto Dotti, ci sono gli amici e gli insegnanti di scuola che lo hanno sostenuto, c’è la famiglia, con tutti i sacrifici compiuti. Dietro quella medaglia c’è un’intera comunità, c’è tutto lo sport lombardo, c’è la Lombardia. Oggi premiamo Roberto Dotti e la sua straordinaria impresa del 1985, ma non solo. Premiamo un percorso sportivo sostenuto dal coraggio, dalla forza, dall’energia e dall’adrenalina che solo lo sport sa trasmettere”.

 Roberto Dotti a Bassano del Grappa conquistò un titolo iridato che mancava al nostro Paese da 17 anni. Condotto dall’ex campione Domenico De Lillo, che è stato da sempre il suo allenatore, Dotti riuscì a staccare di 30 metri l’austriaco Roland Konighofer e di 40 metri un altro italiano, Mario Gentili. Un titolo mondiale conquistato dopo l’argento dell’anno precedente quando, a Barcellona, fu secondo alle spalle dell’olandese Jan de Nijs.

In quegli anni per me c’erano solo la bicicletta e il mio allenatore, che ringrazio ancora per aver temprato il mio carattere forte che mi ha aiutato anche nella vita di tutti i giorni – fa notare Roberto Dotti -. Sono stati anni di sacrifici veri e importanti che, però, rifarei. Lo sport è vita e rappresenta una possibilità e un’alternativa per tanti giovani e il ciclismo, in particolare, ha in sé un fascino unico”.

Il mezzofondo era una specialità del ciclismo su pista che prevedeva che il ciclista fosse preceduto da un allenatore in sella ad una motocicletta che, seduto “in verticale”, a gambe aperte, poteva coprire dal vento il più possibile il corridore, chiamato “stayer”. In scia alla moto le velocità dei ciclisti erano molto elevate e potevano superare i 70/80 chilometri orari.

 “Atleti come Roberto Dotti sono campioni non soltanto nello sport, ma anche nella vita. Roberto rappresenta un vero esempio di umiltà e di disponibilità: attraverso la sua storia agonistica e poi nella sua vita quotidiana manda un messaggio forte ai più giovani: con sacrificio, tenacia e tanta voglia di allenarsi e di sudare, si possono raggiungere risultati che forse non si immaginavano nemmeno. Lo sport è anche questo: un’occasione per uscire, stare insieme, ritrovare fiducia in sé stessi e negli altri”, ha evidenziato la Presidente della Commissione Cultura e Sport Anna Dotti che ha promosso l’iniziativa.

Classe 1961, Roberto Dotti, che oggi vive ad Argegno (CO), ha iniziato a gareggiare su strada con la Nuova Baggio San Siro. Nella seconda metà degli anni Settanta passa al mezzofondo e ottiene un ottavo posto ai Mondiali di Amsterdam del 1979, un settimo posto nel 1980 a Besançon e nel 1981 a Brno e un quarto posto nel 1982 a Leicester. Nel 1983 vince il suo primo titolo italiano ed ai Mondiali di Zurigo è quinto. Nel 1984 è argento ai Mondiali di Barcellona e nel 1985 è terzo agli assoluti. Nel 1986, dopo la conquista del titolo mondiale, è nominato Cavaliere della Repubblica al merito sportivo dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Nello stesso anno, però, a causa di un incidente stradale, Dotti a soli 25 anni è costretto a interrompere la sua carriera sportiva.

Presente alla premiazione Domenico De Lillo, l’allenatore di Roberto Dotti, milanese, classe 1937. De Lillo da corridore conquistò sei campionati italiani e tre bronzi mondiali nello “stayer”: nel 1967 a Amsterdam, nel 1969 a Brno e nel 1971 a Varese.

Hanno partecipato anche il Consigliere regionale Ivan Rota (Forza Italia), il Sottosegretario con delega Sport e Giovani Federica Picchi e la Direttrice del Museo del Ghisallo Carola Gentilini.