Inaugurata la personale di Carlo Vercelli “Percorso nella figurazione”

In mostra la figura femminile come espressione del dialogo tra interiorità e realtà

Le opere di Carlo Vercelli non sono solo rappresentazioni visive, ma storie emotive che dialogano e riflettono con il pubblico. Il visitatore si sentirà immerso e circondato da personaggi, paesaggi ed eventi e ciascuno di essi vorrà raccontare la propria storia: numerosi ritratti di donne che scrutano e leggono l’anima di che le guarda; macchie di colore che si trasformano in paesaggi brulicanti di vita e di racconti, eventi di cronaca tragici ma che infondono (ancora) speranza nell’essere umano e nella vita. Anche con questa esposizione Palazzo Pirelli, si conferma luogo di incontro e di valorizzazione per artisti capaci di raccontare l’identità e la vitalità del nostro territorio lombardo. Invito tutti a partecipare e a lasciarvi ispirare dalle opere di un artista che ogni giorno trasforma la sua visione del mondo in opere che parlano direttamente al cuore e alla mente di chi le osserva”.

Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani ha inaugurato oggi la mostra “Percorso nella figurazione” di Carlo Vercelli allo Spazio Eventi di Palazzo Pirelli.

“Mi ha fatto particolarmente piacere consentire che questa mostra arrivasse sino a qui, a Palazzo Pirelli. Nell’osservare queste immagini mi sono chiesto cosa ci fosse dietro, a fianco delle donne ritratte: una mia personale curiosità che credo possa dare ulteriore prospettiva. La Lombardia continua a essere anche terra di cultura e arte” ha aggiunto il capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia (FdI), che ha proposto l’iniziativa.

Carlo Vercelli nel suo percorso artistico ha condotto una costante ricerca sulla figura umana, soprattutto femminile; ha studiato il rapporto tra la figura e lo spazio, raccontando la persona nella sua intimità e nel rapporto con la realtà: le sue opere non sono solo rappresentazioni visive, ma storie emotive che dialogano con il pubblico. L’esposizione propone un itinerario nella ricerca artistica di Vercelli, che da anni indaga la figura umana, in particolare quella femminile, come espressione di un dialogo pro­fondo tra interiorità e realtà. Attraverso segni, colori e materiali diversi, l’artista esplora la relazione tra la persona e il suo spazio, restituendo nelle sue opere emozioni, intro­spezione e vitalità quotidiana. Una carrellata di figure femminili stagliate per lo più su uno sfondo neutro, definite in pochi tratti decisi, le sue donne ci guardano negli occhi o ci ignorano con garbo, ma tutto, in loro, è narrazione: dal modo nel quale sono sedute alla posa rigida o morbida della schiena, dall’abbigliamento (quando se ne intuisce qualche dettaglio) al trucco o all’acconciatura.

Carlo Vercelli prende il pennello e parla di donne. Lo fa come potrebbe farlo solo un uomo che ama le donne; che le ama oltre l’ammirazione della grazia che tanto ha fatto nei secoli per l’arte e che le ama – anche – oltre l’esperienza di figlio, marito e padre di donne. Con una padronanza impressionante del gesto e del pennello, l’artista ci propone una carrellata di figure femminili che hanno bisogno di pochissimo per raccontarci storie. Le sue donne ci guardano negli occhi o ci ignorano con garbo, ma tutto, in loro, è narrazione: dal modo nel quale sono sedute alla posa rigida o morbida della schiena, al trucco o all’acconciatura Stagliate per lo più su uno sfondo neutro, definite in pochi tratti decisi, le sue donne ci guardano negli occhi o ci ignorano con garbo, ma tutto, in loro, è narrazione: dal modo nel quale sono sedute alla posa rigida o morbida della schiena, dall’abbigliamento al trucco o all’acconciatura” ha spiegato la curatrice della mostra Alessandra Redaelli.

L’esposizione potrà essere visitata fino a mercoledì 23 dicembre nei seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9 alle 18; venerdì dalle 9 alle 13. Ingresso libero.

 

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Carlo Vercelli nasce a Savona nel 1956. Consegue la Maturità Artistica e il Diploma di Accademia di Belle Arti nella sezione pittura a Milano. L’artista trova la libertà di esprimere i propri sentimenti attraverso la pittura. Il suo carattere lo porta a preferire i pennelli e le mani che definisce “i suoi strumenti primari” al posto delle parole. Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, frequenta per diversi anni la Famiglia Artistica Milanese, culla della Scapigliatura Lombarda, dove lavora e impara da maestri come Eros Pellini, Renzo Zacchetti e Uggeri, che contribuiscono a rendere la sua una vita piena di sfumature, sia a colori che in scala di grigi, proprio come gli oli e le tempere che con pennellate decise ed energiche imprime sulle tele. Ha al suo attivo numerose collettive e personali.