Il Consiglio Regionale ha approvato oggi all’unanimità la Risoluzione illustrata dal Vice Presidente della Commissione Sostenibilità Sociale Diego Invernici (FdI). Il testo chiede che la Giunta si impegni a promuovere una serie di iniziative che mirino al riconoscimento e alla valorizzazione della figura dell’educatore professionale nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), sia dal punto di vista normativo che professionale, attraverso l’attivazione di campagne di orientamento, già a partire dalle scuole secondarie, per promuovere i corsi di laurea dedicati alla formazione di educatori.
“Oggi abbiamo dato il via libera a una risoluzione importante in linea con le normative regionali e nazionali che chiedono da anni un welfare psicosociale e non solo assistenziale, dove la figura dell’educatore, finora sottovalutata e sottostimata, rappresenta un vero e proprio punto di riferimento nelle RSA – ha sottolineato il relatore Diego Invernici (FdI) –. Un documento frutto del lavoro assiduo della Commissione Sociale che nei mesi scorsi ha ascoltato direttori di RSA, educatori professionali e associazioni di categoria come UNEBA Varese con il supporto delle Direzioni regionali del Welfare e di Istruzione, Formazione e Lavoro. L’educatore professionale non solo migliora il benessere psicologico e relazionale degli ospiti – prosegue Invernici -, ma è in grado anche di ridurre l’incidenza di disturbi del comportamento e l’utilizzo di terapie farmacologiche, incentivando l’invecchiamento attivo (healthy ageing), migliorando la qualità della cura e della vita e contrastando l’isolamento”.
Il documento invita la Giunta a istituire un tavolo tecnico con i rappresentanti delle RSA, educatori, associazioni di categoria e università per favorire l’inserimento lavorativo tramite tirocini dei giovani educatori e a individuare forme di premialità che incentivino le RSA ad avvalersi di questa figura. Inoltre, nel percorso formativo per ASA e OSS sarebbe auspicabile prevedere la presenza di un docente educatore professionale al fine di formare tali operatori nell’ottica di migliorarne l’approccio verso il paziente e introdurre nelle loro competenze specifiche la funzione di continuità interprofessionale (CIP), finalizzata a interventi semplificati di matrice relazionale nell’ambito dei compiti assistenziali. Dal punto di vista normativo, si legge nel documento, è fondamentale “distinguere tra il ruolo di animatore e quello di educatore professionale laureato”, una funzione strategica di sostegno e supporto non solo per il paziente, ma anche per i familiari e per favorire la coesione dell’équipe multidisciplinare e la qualità complessiva del servizio.
Nel corso del dibattito sono intervenuti i Consiglieri Paola Bulbarelli (FdI) che ha definito la Risoluzione “un passo importante nella valorizzazione di una figura professionale silenziosa ma indispensabile nelle RSA, un vero e proprio pilastro per tutta l’équipe”; Claudia Carzeri (FI) che ha parlato “dell’approccio olistico che è necessario introdurre nelle RSA grazie agli educatori professionali che mirano a sostenere l’autonomia dei pazienti”; Roberta Vallacchi (PD) che ha ricordato che “questo documento, frutto del lavoro corale di un gruppo, deve essere solo l’inizio di un percorso che dia sempre di più il giusto riconoscimento a una figura destinata a diventare essenziale nelle RSA, in vista del progressivo aumento dell’indice di vecchiaia della popolazione”.