Si è tenuta in Commissione Sanità, presieduta da Patrizia Baffi, un’audizione in merito al tema delle neoplasie ginecologiche con il Responsabile della Commissione Rete Oncologica Lombarda per la ginecologia oncologica.
L’obiettivo dell’audizione è stato quello di fare il punto sulla prevenzione, la diagnosi precoce e i trattamenti disponibili in Lombardia, per garantire alle pazienti percorsi assistenziali sempre più efficienti e tempestivi.
“Ci è stato rappresentato come per quanto attiene ai dati globali sul Tumore dell’Ovaio, tale tipologia si posiziona come l’ottavo tumore più frequente nel sesso femminile ed è responsabile del 4% dei decessi femminili correlati al cancro. Le stime indicano che il numero di nuovi casi è destinato ad aumentare significativamente, passando da 325.000 nel 2022 a 448.000 nel 2040 (Global Cancer Observatory, 2022-2040). Inoltre, una percentuale tra il 13% e il 18% dei casi di tumore ovarico è associata a mutazioni genetiche germinali nei geni BRCA1 e BRCA2 – ha precisato la Presidente Patrizia Baffi –. Sul versante dell‘indagine conoscitiva in Lombardia, rispetto ai dati regionali su 52 centri, è emerso come il 25,2% del totale soddisfa tutti i criteri essenziali stabiliti per un trattamento adeguato. Inoltre, l’indagine ha mostrato che la maggioranza dei casi in Lombardia, il 72,5%, è trattata in centri ad alto volume chirurgico. A livello di singoli requisiti, la disponibilità di un’unità di terapia intensiva raggiunge una percentuale di soddisfazione dell’84,6%, mentre la presenza di un team multidisciplinare è attestata nel 78,8% dei centri. Permangono, tuttavia, margini di miglioramento in aree cruciali, come l’offerta di test per le mutazioni BRCA1 e BRCA2, disponibile solo nel 44,2% dei casi”.
L’evidenza scientifica conferma che la centralizzazione delle cure in centri di alta specializzazione, in linea con i criteri della Società Europea di Oncologia Ginecologica (ESGO), porta a un netto miglioramento degli esiti oncologici complessivi.