Piano dello Sport: parte l’iter in Commissione Cultura

Uno strumento di programmazione per sostenere la pratica sportiva che genera benifici individuali e sociali

E’ cominciato oggi in Commissione Cultura, presieduta da Anna Dotti (FdI) l’iter del progetto di legge che si propone di introdurre il Piano dello Sport. Il provvedimento (relatore Jacopo Scandella, PD) intende integrare la legge regionale 26/2014 che introduce “norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive, dell’impiantistica sportiva e per l’esercizio delle professioni sportive inerenti alla montagna

Il documento chiede di attribuire agli enti locali il compito di adottare un Piano dello Sport, che individui attività e iniziative da intraprendere o sostenere, al fine di favorire la diffusione dello sport e stili di vita sani, nell’ottica del miglioramento delle condizioni di salute e del benessere psico-fisico degli individui e dell’incremento della coesione sociale delle comunità.

Lo sport – ha ribadito Scandellaè un alleato fondamentale per il sistema sanitario e abbiamo il dovere di allargare la platea delle persone che lo praticano. Il Piano dello Sport è uno strumento di programmazione di attività e iniziative che, in ambito locale, sostengono e favoriscono la diffusione della pratica motoria e sportiva con conseguenze positive anche sulla salute. Basti pensare che a ogni euro investito nello sport corrispondono fino a 6 euro di risparmio in campo sanitario”.

In particolare, il Piano dello Sport indica gli obiettivi di programmazione, le iniziative e le attività da intraprendere e sostenere al fine di favorire la consapevolezza dei benefici individuali e sociali dello sport, l’accesso alle strutture e gli impianti presenti sul territorio, le criticità che impediscono o limitano la diffusione della pratica sportiva e le possibili soluzioni, le priorità di intervento e di investimento, le modalità di collaborazione con le società sportive, le amministrazioni locali e le istituzioni scolastiche e di coinvolgimento di atleti e volontari.

Serve – ha detto  Scandella un cambio di passo per garantire a tutti il diritto allo sport, che è strumento di crescita, aggregazione, inclusione e soprattutto di salute. Il 20% dei giovani non pratica sport e gli abbandoni per ragioni economiche sono il 30%. L’età media degli impianti lombardi è di 46 anni. Bisogna migliorare l’accesso allo sport sotto tutti gli aspetti: sensibilizzazione, inclusione e normativa”.