Il Consiglio regionale, nella seduta di lunedì 6 ottobre, ha approvato a maggioranza (43 voti a favore, 18 contrari) la legge di modifica delle norme regionali sulla caccia che recepisce quanto stabilito dalla recente legge nazionale sulla promozione delle zone montane che ha abolito il comma della legge nazionale che disponeva il divieto dell’attività venatoria sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione. La nuova formulazione viene perciò prevista nel testo della legge regionale n. 26 del 1993, nella quale si introduce anche il nuovo istituto dei valichi montani attraversati dalle rotte di migrazione di maggior rilevanza. Individuati con Decreto del Ministero dell’Ambiente, questi particolari valichi potranno essere considerati parzialmente o totalmente territorio protetto in seguito alla istituzione da parte della Regione di Zone di Protezione Speciale (ZPS) rientranti nella Rete Natura 2000.
“La legge che approvata oggi -spiega il relatore Floriano Massardi (Lega)- risponde a uno scopo molto semplice: allineare la normativa regionale a quella nazionale evitando così l’esistenza di dubbi applicativi”. “Avremmo anche potuto non intervenire -ha detto ancora Massardi- in quanto la legge nazionale prevale comunque su quella regionale, ma in questo modo contribuiamo responsabilmente a rendere più chiaro il quadro normativo, come da tempo atteso da operatori, enti e associazioni e in vista dell’udienza di Regione Lombardia del prossimo 9 ottobre”.
La legge era stata sottoscritta dai Consiglieri Floriano Massardi, Claudia Carzeri, Carlo Bravo, Marcello Ventura, Pietro Macconi, Michele Schiavi, Giacomo Zamperini, Anna Dotti, Alberto Mazzoleni, Maira Cacucci e Silvana Snider. E’ stato respinto un ordine del giorno presentato da Massimo Vizzardi (Gruppo Misto) nel quale si intendeva richiamare al rispetto delle direttive europee. Prima del voto era intervenuto l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi per dichiarare che il recepimento delle direttive europee in Italia risale a un decreto del ministro Pecoraro Scanio. Nel corso del dibattito sono intervenuti numerosi Consiglieri sia di minoranza che di maggioranza, i primi per definire la legge il risultato di forzature e a rischio di contenziosi e i secondi per ribadire le argomentazioni del relatore.