La Lombardia del fare, dell’artigianato e della manifattura, viaggia a vele spiegate verso il 4.0. Parola d’ordine per oltre 100mila imprese: innovazione.
Nella regione, infatti, la quarta rivoluzione industriale è pienamente in corso e coinvolge tutto un settore che, secondo la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, dà lavoro a quasi un milione di persone, più della metà delle quali artigiani. È la città metropolitana di Milano a detenere il primato di occupazione nel campo, con 29mila attività e 355mila impiegati; seguono Brescia (14mila imprese e 139mila addetti), Bergamo (11mila aziende e 129mila occupati) e Monza e Brianza e Varese, con 9mila imprese l’una. Il 29% del Pil milanese dipende dalla manifattura, più di quello nazionale (17%) e di quello tedesco (22%).
L’innovazione – ma nella tradizione del miglior Made in Italy – diventa dunque un imperativo per il sistema economico lombardo ed è già la chiave del successo per molte Pmi e grandi gruppi industriali operanti in Lombardia. In questa direzione si è mosso il governo regionale che, negli ultimi anni, ha moltiplicato in maniera esponenziale gli investimenti pubblici, attraverso il lancio di strumenti finanziari e favorendo la nascita di reti di eccellenza sia a livello locale che a livello nazionale, ma pure il comune di Milano, che ha lanciato un programma “Manifattura a Milano” (www.manifattura.milano.it) con l’obiettivo di favorire insediamento e crescita di imprese operanti nel campo della manifattura digitale e del nuovo artigianato per creare nuova occupazione, rigenerare le periferie e promuovere la coesione sociale.
Grazie anche a interventi dell’Unione Europea – che da sempre trova nella Lombardia uno dei motori del suo sviluppo – ne hanno beneficiato tutte le industrie del settore, che non sono poche. Quando si dice manifattura si intende, infatti, una pluralità di esperienze di artigianato antico e moderno che spaziano dalla moda all’arredamento, dal design ai gioielli, passando per le tecnologie elettroniche, l’automazione industriale, le biotecnologie, i piccoli laboratori e gli atelier, le botteghe storiche, gli studi d’architettura e quelli dell’automotive, l’artigianiato della musica e quello della piccola editoria, fino alle ceramiche.
È un mondo delle professioni che per innovarsi deve incontrare le accademie, le università, i centri di ricerca e quelli di formazione ed è qui l’altro segreto del successo lombardo: con un gran numero di atenei e alcuni tra i poli d’eccellenza del Paese, come i laboratori del Politecnico di Milano e il Museo della Scienza, la Lombardia è in grado di fabbricare il nuovo saper fare e di incentivare il ritorno della grande e piccola industria “pulita” e della manifattura nei territori urbani, per rigenerare aree dismesse e creare occasioni per i giovani, sempre attratti da opportunità professionali all’avanguardia.
Ecco, dunque, come viaggia in acque amiche il dialogo tra startup, robot, stampanti 3D, lasercut e Internet of Things e l’antico mondo dei saperi artigianali, quei saperi figli di tradizioni secolari che hanno reso unica nel mondo la qualità dei prodotti di Italia.