Consiglio regionale approva

Nella Risoluzione chiesta l’applicazione dei costi standard in tutti i settori e livelli istituzionali. Tra gli emendamenti approvati:
sperimentazione dell’infermiere di famiglia, tangenziale di Como e residenza sanitaria di Gardone Riviera

 

Milano, 24 novembre 2015 – Il Consiglio regionale ha approvato con 35 voti favorevoli (maggioranza di centrodestra) e 29 contrari (centrosinistra e Movimento 5 Stelle) la Risoluzione che accompagna il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) che annualmente aggiorna le linee programmatiche del Programma regionale di sviluppo.

Il DEFR – relatore il Presidente della Commissione Bilancio Alessandro Colucci (NCD) – ridefinisce gli interventi regionali per il bilancio pluriennale 2016-2018. Il documento declina gli interventi regionali in tre aree: istituzionale, economica e sociale, individuando le politiche regionali da attivare nel triennio. Bocciata in sede di votazione la Risoluzione alternativa presentata da PD e Patto Civico. Accolti invece diversi emendamenti, tra cui la sperimentazione del servizio dell’infermiere di famiglia per i pazienti cronici (Dario Voli e Paola Macchi del Movimento 5 Stelle) e l’aggiornamento della salvaguardia urbanistica del completamento della tangenziale di Como secondo il tracciato che sarà condiviso con gli enti territoriali interessati con una nuova progettazione da farsi entro sei mesi (emendamento del relatore Colucci nel quale sono finiti anche gli punti avanzati con due emendamenti di Luca Gaffuri del PD poi ritirati). Via libera anche a un emendamento presentato dall’Assessore all’Ambiente Claudia Terzi che prevede una revisione del PTR (Piano territoriale regionale) per dare una nuovo utilizzo della residenza sanitaria di Gardone Riviera, destinata a funzione ricettiva. Su questo emendamento Forza Italia non ha partecipato al voto, come ha spiegato Fabio Altitonante, dissentendo sulla decisione.

Parte della discussione che ha accompagnato il DERF si è concentrata sul taglio dei trasferimenti statali che, come ha accennato l’Assessore all’economia Massimo Garavaglia “mettono a rischio i conti delle Regioni che sono le uniche che pagano il risanamento”. Proprio per questo la Risoluzione chiede la Legge di Stabilità faccia suo il principio dei costi standard “in tutti i livelli istituzionali e in tutti i settori” e che si ponga fine ai tagli fatti tenendo come riferimento Pil e numero di abitanti “indici che penalizzano fortemente la sola Lombardia”. Posizione contestata da PD e Patto Civico che attraverso rispettivamente il capogruppo Enrico Brambilla e Roberto Bruni hanno evidenziato come un conto sono i tagli “sui quali i nostri parlamentari sono impegnati a introdurre modifiche alla Legge di Stabilità con l’inserimento dei costi standard” e un altro è la questione dell’autonomia “per la quale va avviata una specifica procedura costituzionale attraverso una richiesta che per il momento Regione Lombardia non ha ancora formulato”. Critico anche il Movimento 5 Stelle: per Paola Macchi il metodo di discussione “ha portato a tempi strettissimi di coinvolgimento nelle Commissioni con risultato di avere oggi un documento senza sostanza”. Sulla questione dei tagli, un emendamento del capogruppo della Lega Nord Massimiliano Romeo, riformulato dal relatore Colucci, impegna la Giunta affinché attui tutte le iniziative opportune perché il Governo, diversamente dal passato, tenga conto dei suggerimenti e spunti del Consiglio regionale lombardo. Linea questa, condivisa dalla maggioranza con gli interventi di Marco Tizzoni della Lista Maroni Presidente, da Antonio Romeo di Forza Italia e dal capogruppo dei Fratelli d’Italia Riccardo De Corato. In discussione sono anche intervenuti Fabio Pizzul, Marco Carra, Onorio Rosati e Jacopo Scandella per il PD e Silvana Santisi per la Lega Nord.

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Claudio Magistroni
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