“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento si ammesso in base all’articolo richiamato?”. Sarà questo il quesito che i lombardi troveranno sulla scheda, e a cui dovranno dare risposta, quando saranno chiamati alle urne per il referendum consultivo col quale Regione Lombardia interpella i propri cittadini per sapere se vogliono che la Regione possa ottenere maggiore autonomia e dunque gestire direttamente altre competenze ora in mano allo Stato.
Quando è stato approvato
L’indizione del referendum consultivo è stato approvato dal Consiglio regionale il 17 febbraio 2015. Nella stessa seduta, l’Assemblea regionale ha approvato l’introduzione del voto elettronico per il referendum consultivo. Si tratta di una vera e propria novità a livello nazionale perché è la prima volta che i cittadini hanno la possibilità di esprimersi attraverso il voto elettronico, una metodica che caratterizzerà anche operazioni di scrutinio e trasmissione dei risultati. Un vero e proprio test, da cui potrebbe scaturire, in futuro, anche l’utilizzo del voto elettronico nelle elezioni.
Perché un referendum
Sulla necessità di chiamare i lombardi ad esprimersi per capire se vogliono che la loro Regione possa avere maggiore autonomia, si è a lungo dibattuto nelle Commissioni e poi in Aula. Per le opposizioni di PD e Patto Civico, infatti, forme di autonomia si potrebbero ottenere semplicemente chiedendo al Governo l’apertura di una trattativa, così come previsto dalla Costituzione, quindi bypassando il referendum e risparmiando sui costi relativi al suo svolgimento. La maggioranza di centrodestra, e il Movimento 5 Stelle, ritengono invece che il risultato del referendum, se sarà positivo, darà alla richiesta della Regione un peso di cui il Governo dovrà tenerne conto perché si tratta del volere del popolo lombardo.
Quando si vota
Regione Lombardia ha chiesto che il referendum consultivo, anche per risparmiare sui costi, venisse abbinato alle amministrative che si svolgeranno a giugno in centinaia di Comuni, Milano inclusa. Fino a questo momento però il Ministero degli Interni non ha comunicato la volontà di procedere all’abbinamento. Un'altra Regione del Nord, il Veneto, ha deciso di chiamare i propri cittadini per esprimersi sulla necessità di avere maggiore autonomia: la consultazione referendaria si svolgerà a ottobre.