In Consiglio la Giornata dell’impegno contro le mafie e in ricordo delle vittime

Chiedo al Consiglio Regionale di istituire al suo interno una Commissione Antimafia, sul modello di quella che già esiste in Parlamento nazionale, soprattutto ora che si avvicina l’appuntamento dell’Expo”. Lo ha detto questa mattina il Presidente della Regione Roberto Maroni, concludendo nell’Aula consiliare di Palazzo Pirelli le celebrazioni dedicate alla Giornata regionale dell’impegno contro le mafie e in ricordo delle vittime, istituita dalla legge regionale n.2 del 2011 sull’educazione alla legalità.
Dopo aver ricordato la figura e l’esempio di Antonio Manganelli, il Presidente Maroni ha sottolineato come le istituzioni devono e possono fare molto per garantire legalità e trasparenza nei contratti e negli appalti pubblici, fornendo agli amministratori locali adeguati strumenti normativi, senza trascurare la necessità di azioni forti per contrastare l’usura e per favorire il recupero sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali e frutto di attività illecita. “A capo di tutto –ha detto infine Maroni- c’è però la cultura, e bene ha detto il giovane presidente della Consulta studentesca regionale Daniele Valli: l’arma più forte contro l’illegalità e le mafie sono gli investimenti in termini di prevenzione e formazione, e su questo punto l’istituzione regionale può e deve fare molto”.

Nel corso della mattinata, promossa dall’Osservatorio regionale in materia di legalità, la ricercatrice di Eupolis Federica Ancona ha presentato i risultati del questionario sulla percezione del tema della legalità da parte di circa 3mila studenti lombardi delle scuole medie superiori. Complessivamente sono stati coinvolti 28 istituti scolastici rappresentativi di tutte le province lombarde; dalle risposte pervenute emerge un clima di preoccupante sfiducia nei confronti delle istituzioni, con quasi la metà del campione intervistato che giudica lo Stato assente e poco attivo nel fronteggiare l’illegalità; il 70% degli studenti intervistati giustifica l’utilizzo dei mezzi pubblici senza biglietto, l’88% non giudica grave scaricare illegalmente musica da internet, per il 50% non è grave consumare droghe leggere e accettare denaro non dovuto in cambio di favori, ed è plausibile il gioco d’azzardo.
In compenso –ha sottolineato il Consigliere regionale Stefano Carugo (PdL), presidente dell’Osservatorio- gli studenti dimostrano grande attenzione e un’alta percezione della legalità su temi forti come la criminalità, i furti, la mafia, la violenza. All’educazione alla legalità si deve accompagnare anche una educazione civica migliore, consapevoli che la famiglia viene percepita dai ragazzi ancora come baluardo educativo importante, meglio della politica e delle istituzioni: ma forse occorre ora educare e formare meglio anche i genitori”.

A introdurre i lavori della mattinata è stato il Presidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), che ha spiegato come “già oggi il Consiglio regionale mette a disposizione delle scuole un collaudato sistema di visite formative che sono, di fatto, una prova pratica di civismo e di rispetto delle regole. Il cambiamento passa necessariamente dai giovani –ha aggiunto Cecchetti– i quali però hanno bisogno di adulti credibili e non di prediche. Alle buone leggi devono affiancarsi anche buoni comportamenti. E proprio in questa credibilità sta la chiave per arrivare al cuore di ragazze e ragazzi, innescando un vero cambiamento che passa inevitabilmente dal principio della responsabilità”.
Mi fa molto piacere che la nuova legislatura sia aperta da un convegno sul tema delle mafie –ha detto il Consigliere regionale Carlo Borghetti (PD), componente dell’Osservatorio- e l’appuntamento di oggi incentrato su trasparenza, legalità e partecipazione può rappresentare un importante punto di “ripartenza” per l’intera istituzione regionale. Qui oggi abbiamo ribadito la necessità di una grande alleanza tra tutti gli attori e i soggetti principali impegnati nell’educazione alla legalità”.
Riprendendo l’intervento di don Gino Rigoldi, il Consigliere regionale Massimiliano Romeo (Lega Nord), anche lui componente dell’Osservatorio, ha evidenziato come “il primo episodio di mafia nelle nostre scuole è il bullismo: è tra i bulli e i prepotenti che la mafia e la camorra raccolgono le proprie reclute. Servono pertanto –ha aggiunto Romeo- punizioni educative certe anche per episodi e fenomeni di bullismo, radice originaria di forme di illegalità ben più gravi, ed è qui che l’Osservatorio deve concentrare il proprio lavoro e la propria attenzione”.

A discutere sui risultati emersi dall’indagine effettuata sono stati il Direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale Francesco De Sanctis, il Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il Cappellano dell’ “Istituto penale per i minorenni Cesare Beccaria” don Gino Rigoldi, il professore di pedagogia generale e sociale e già preside di facoltà dell’Università degli Studi di Bergamo Ivo Lizzola, il coordinatore nazionale di “Avviso pubblico” Pierpaolo Romani e rappresentanti delle consulte provinciali lombarde degli studenti.