“Ho molte critiche da fare all’Europa di oggi – ha detto il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, aprendo col suo intervento la Sessione europea in Consiglio regionale – e sono fermamente convinto che occorre abbandonare la via del centralismo e della burocrazia, sulla quale sono state costruite le istituzioni comunitarie soprattutto negli ultimi trent’anni. In ogni caso sono e resto europeista, convinto in questo dai benefici che l’unificazione ha portato a tutti i cittadini dell’Unione, che pure in questo momento dimostrano disaffezione e una sfiducia dilagante. Ricordo innanzitutto i 70 anni di pace, la libertà di movimento e di circolazione, i 2,6 miliardi di risorse trasferite alla Lombardia per il suo sviluppo”.
Il Presidente Cattaneo ha elencato dati e fatti. “Non si riflette abbastanza -ha detto- su alcuni numeri. Per esempio, che dal 1960 ad oggi il pil pro capite europeo è cresciuto del 33% in più rispetto a quello degli Stati Uniti. Oppure che, come Lombardia, esportiamo per 110 miliardi e importiamo per 115 miliardi. Come cittadini abbiamo contratti e mutui in euro. Siamo pronti a sopportare la forte inflazione che l’uscita dall’euro procurerebbe? Siamo pronti a rinunciare ai voli low coast, al roaming a costo zero,al progetto Erasmus, ai confini aperti e ai tanti vantaggi dell’unificazione?”.
“Dobbiamo cambiare l’Europa -ha concluso Cattaneo- partendo dalle origini, dalla spinta ideale dei padri fondatori che pensavano a un’Europa dei popoli. E tocca alle Regioni costruire un’Europa alternativa al centralismo e alla burocrazia, un’Europa che ritrovi la sua anima. E’ questo il compito storico che le Regioni e le autonomie devono assumersi: non abbiamo il diritto di rubare ai giovani il sogno di un’Europa diversa”.
Al Presidente Cattaneo sono poi seguiti gli interventi del Presidente della Regione, Roberto Maroni, del Presidente della Commissione Programmazione e Bilancio, Alessandro Colucci, del deputato europeo ed ex Consigliere regionale, Angelo Ciocca, dei Direttori degli uffici di rappresentanza di Milano del Parlamento europeo e della Commissione Europea (Bruno Marasà e Fabrizio Spada) e del Presidente del Comitato scientifico dello Human Technopole, già rettore dell'Università di Bergamo, Stefano Paleari.
“Questa non è una celebrazione ma una riflessione critica sull’Europa – ha detto il Governatore Roberto Maroni nel suo intervento – L’Europa in cui crediamo è quella delle Regioni, delle Autonomie Locali e del principio di sussidiarietà; è un'idea incardinata nell’ordinamento europeo, nel Trattato di Lisbona, nella Costituzione italiana, e anche nel nostro Statuto di Autonomia. L’Europa in cui crediamo è democratica, popolare, prende le sue decisioni nel rispetto e nell’interesse dei popoli che vivono stanziati sul suo territorio. Ma c’è già "un’altra Europa", molto più avanzata: sto parlando dell’Europa delle Regioni, di cui la Lombardia è già grande protagonista. Come Regione più progredita e più produttiva d’Italia – ha concluso il Presidente Maroni – siamo parte dei Quattro Motori per l’Europa, con il Baden-Württemberg, il Rhône-Alpes e la Catalunya. Prendendo esempio dalle Regioni, valorizzando le peculiarità e le istanze dei territori, ascoltando i popoli, cambiare l'Europa si può!”.
“In considerazione del ruolo centrale che riteniamo debbano avere le Regioni – ha sottolineato il Presidente Alessandro Colucci – abbiamo approfondito il tema della politica di coesione, che deve rimanere uno strumento per diminuire il divario tra territori consentendo però ad ognuno di valorizzare le proprie peculiarità ed i propri settori di eccellenza. A tal fine – ha aggiunto Colucci – la collaborazione tra i diversi livelli di governo risulta essenziale e dunque consideriamo imprescindibile rafforzare il contributo degli enti regionali nella gestione corrente dei fondi europei”. Il Presidente della Commissione Programmazione e Bilancio, che ha competenze specifiche per i rapporti con l'Unione europea, ha infine aggiunto che “crediamo comunque che l'Europa non sia solo la somma di politiche economiche, monetarie e di bilancio ma anche uno spazio di valori e principi, che vanno perciò difesi con la stessa determinazione che si usa per i parametri di Maastricht. Per questo motivo – ha concluso – nella proposta di Risoluzione incoraggiamo l'Europa a non sacrificare le libertà che la caratterizzano in risposta ai timori generati dal terrorismo e dalle trasformazioni sociali dovute al fenomeno migratorio”.