Autonomia, il Consiglio regionale al lavoro da protagonista

IL DIBATTITO IN AULA

“In Lombardia abbiamo le idee chiare e la discussione di oggi in Consiglio regionale dimostra l’impegno di quest’aula a chiudere rapidamente il percorso. Vogliamo raccogliere da subito il mandato che ci è stato affidato da oltre tre milioni di votanti che si sono espressi per una maggiore autonomia della Lombardia. Noi come Lombardia vogliamo dare l'esempio di autonomia responsabile. Stileremo una graduatoria delle priorità fra le 23 competenze previste dal Costituzione. Poi la trattativa ufficiale prevede di andare in Parlamento e bisognerà andarci con una squadra ampia  che coinvolga la società, il mondo economico e anche rappresentanti del consiglio regionale”. Lo ha affermato il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo a margine del dibattito sull’esito della consultazione referendaria per una attribuzione di maggiori forme di autonomia alla Lombardia. Il Presidente Cattaneo ha poi ricordato in apertura della seduta pomeridiana che, dopo il risultato del voto referendario lombardo, spetta ora al Consiglio regionale deliberare in merito all’iniziativa e alla conclusione dell’intesa con lo Stato. Il legislatore statutario lombardo ha voluto stabilire una competenza consiliare in termini di deliberazione sia per la fase dell’avvio formale del percorso, sia per la fase della conclusione dell’intesa che sarà poi sottoscritta dal Presidente della Regione e dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

I passaggi procedurali previsti sono così sintetizzabili: iniziativa della Regione interessata; obbligo di consultazione degli enti locali; necessità di intesa tra Stato e Regione; atto di attribuzione dell’autonomia con legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta dei componenti della Camera dei deputati e del Senato.

Per aprire la procedura prevista, è necessaria una deliberazione del Consiglio regionale che può consistere in una Risoluzione o in un atto amministrativo, che, secondo quanto riferito dal Presidente Raffaele Cattaneo, potrebbe approdare in Aula per il voto finale già il 16 novembre.

I due ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale nel febbraio 2015 in occasione dell’indizione del Referendum recano l’impegno al Presidente e alla Giunta a predisporre un documento di indirizzo da sottoporre al Consiglio con l’indicazione delle sfere di autonomia da contrattare con lo Stato e delle priorità. La norma costituzionale dispone che nel corso del procedimento di conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia, gli enti locali debbano “essere sentiti” e in particolare il Consiglio delle autonomie locali (CAL) sarà un canale privilegiato per assolvere all’obbligo di tale consultazione. Si possono tenere audizioni ma anche chiedere un parere scritto su documenti nonché risposte a questionari eventualmente predisposti. L’avvenuta consultazione deve essere formalizzata al fine di poter dimostrare di aver sentito gli enti locali (si tratta di una condizione procedurale che deve essere assolta). La disposizione costituzionale affida agli enti locali un ruolo consultivo.

A questo punto gli interlocutori a livello governativo (il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro per gli Affari regionali) hanno l’obbligo di attivazione entro il termine di sessanta giorni dal ricevimento dell’iniziativa regionale. L’atto finale dell’articolato percorso sarà costituito da una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta dei componenti le due Camere. A questa fase finora non è mai approdata alcuna delle iniziative attivate in precedenza dalle Regioni.

“Ricordo –ha sottolineato ancora Raffaele Cattaneo, concludendo il suo intervento in Aula– che pochi giorni fa la Regione Emilia Romagna ha deliberato l’atto di iniziativa con una risoluzione consiliare il 3 ottobre e in data 18 ottobre il Presidente del Consiglio dei ministri e il Presidente della Regione hanno sottoscritto una dichiarazione di intenti su come debba essere condotta la negoziazione. Spero che avvenga altrettanto rapidamente anche per la Regione Lombardia”.

Dopo l’intervento del Presidente del Consiglio regionale, ha preso la parola il Presidente della Giunta Roberto Maroni. “In Veneto spetta alla Giunta l'iniziativa sulle materie da inserire nella trattativa. Io invece  voglio che sia  il Consiglio regionale a farlo e chiedo al Consiglio in tutte le sue componenti di indicare le materie dando il mandato di ottenere risorse anche aggiuntive, non solo quelle legate alle competenze" ha detto il Presidente Maroni, che ha chiesto all'Aula di definire e indicare "una rappresentanza consiliare con tutte le forze politiche" che lo accompagni nella trattativa, auspicando che ciò “avvenga al massimo entro tre settimane perché Gentiloni mi ha assicurato che avvierà il confronto non appena saremo pronti”. Maroni ha quindi riferito di aver avuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri l'indicazione di raggruppare le materie in 4-5 macroaree.  Della delegazione, ha poi ricordato, faranno parete anche rappresentanti degli Enti Locali: "Ho già chiesto a Anci e Upl di fornirmi una loro rappresentanza". Maroni ha inoltre confermato di aver già contattato il primo Presidente di Regione Lombardia Piero Bassetti, il Presidente di Unioncamere Gian Domenico Auricchio e il Rettore dell'Università Bicocca Cristina Messa per averli a fianco come rappresentanti della società lombarda durante la trattativa col Governo.

Il Presidente della Giunta ha infine espresso apprezzamento per il funzionamento del sistema di voto elettronicosperimentato con successo per la prima volta in Italia nella giornata del 22 ottobre non solo per la consultazione referendaria sull’autonomia, ma anche per i referendum istituzionali che interessavano 5 ipotesi di fusione che hanno coinvolto 17 Comuni lombardi”. Al termine dell’intervento del Presidente Maroni, ha preso il via in Aula il dibattito che ha coinvolto numerosi Consiglieri.