Da icona ad artista rivoluzionaria e di talento: al Mudec si scopre l’altra Frida Kahlo

Va oltre il “mito” la mostra, frutto di sei anni di studi e ricerche, dedicata a Frida Kahlo, l’artista messicana più celebrata del ventesimo secolo, trasformata in icona pop dopo la grande retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York nel 1990. Un’icona proprio a partire dallo sfruttamento di quell’immagine che la ritrae con le sopracciglia unite e il labbro superiore scurito da una fitta peluria, divenuto simbolo del suo personaggio e ora manifesto della mostra milanese ospitata al Mudec fino al 3 giugno.

Protagonisti sono le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo, materiali inediti ritrovati a Casa Azul, la dimora messicana di Frida col marito Diego Rivera, e alcuni pezzi rari per un totale di 70 dipinti, 40 disegni e 150 fra lettere, oggetti e fotografie (quelle scattate da Frida su istruzione dell’amica Tina Modotti sono esposte per la prima volta).
Rivoluzionaria nello stile e nei contenuti, nonostante fosse un’autodidatta, la complessa personalità dell’artista viene presentata attraverso le sue capacità pittoriche, spesso oscurate dalla sua immagine di donna anticonformista a lungo conservata anche dopo la sua morte.
L’obiettivo della mostra milanese è quello di superare i limiti del “mito”, fra i quali ha sempre vissuto la Kahlo per la sua vita turbolenta e ricca di vicissitudini, per riscoprire la sua grande passione e capacità artistica.

La mostra si sviluppa attorno a quattro sezioni: Donna, Terra, Politica e Dolore, che sono le chiavi portanti della storia di Frida Kahlo e della sua opera, che ruota attorno alle fasi della sua vita: dall’incidente a soli 18 anni che le menomò il corpo, il lungo periodo trascorso a letto con bustini e gessi e gli autoritratti, realizzati grazie a un grande specchio posto sul letto, che divennero l’unico modo per sentirsi viva.
Nel percorso del Mudec il visitatore si cala nella vita di Frida Kahlo: il suo incontro artistico e sentimentale con Diego Rivera, all’epoca celebre pittore molto richiesto negli Stati Uniti; il suo impegno politico, il legame con il Messico, la profonda sofferenza di non essere madre, di cui sono intrisi diversi disegni esposti nella sezione dedicata proprio al dolore.

La mostra al Mudec, che propone anche filmati di vita quotidiana della Kahlo, racconta la donna con la sua leggendaria forma di resilienza e costante ricerca dell’Io. E scopre a tutti gli effetti la pittrice che, prendendo in prestito le sue parole, dipingeva “la mia realtà e non i miei sogni”.