1.998.845 giovani tra i 15 e i 34 anni. Più uomini che donne e il 70% con un diploma di scuola superiore.
E’ lo spaccato della popolazione giovanile in Lombardia, emerso dalla ricerca di Polis, presentata oggi in Commissione Cultura, presieduta da Curzio Trezzani (Lega). Dal documento, elaborato grazie ai dati Istat, dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e dall’indagine Orim 2018, emerge fra l’altro che le giovani donne che hanno conseguito un titolo post laurea è quasi doppia rispetto a quella degli uomini (3,1% contro1,7%) e che la percentuale di donne coniugate è superiore a quella degli uomini (19,2% verso 9,8%): il valore più alto è tra i 34enni, il 36,7% degli uomini e il 52,9% delle donne.
Istruzione – Dalla ricerca emerge un divario di genere nel livello di istruzione: la percentuale di giovani donne laureate risulta pari al 16,5% contro il 10% degli uomini. La maggior parte degli intervistati (uomini e donne) sceglie studi di tipo scientifico-tecnico (41,8%), seguito, a distanza dall’ambito umanistico-psicologico (20%) e quello economico-statistico (8,3%) e giuridico (7,4%). Gli uomini prediligono indirizzi scientifici e le donne quelli umanistici.
Lavoro – 2 giovani lombardi su 3 lavorano e, fra chi non lavora, la metà studia, l’altra metà è inattivo ossia non lavora e non studia. Di questi ultimi, 3 su 4 sta cercando un impiego o sta avviando una attività in proprio. Fra i lavoratori, 1 su 10 sono lavoratori-studenti e fra questi più elevata è la presenza di lavori autonomi. 2 lavoratori su 3 sarebbero disposti a trasferirsi all’estero o in altra Regione per necessità lavorative. La maggior parte dei giovani è occupata nei servizi (73,1%), il 25,3% nel settore industriale e solo l’1,6% nell’agricoltura. La maggior parte ha un contratto a tempo indeterminato (67%) mentre in termini di guadagno, le donne sono molto meno rappresentate degli uomini nelle fasce più elevate di reddito. Se il 69% degli uomini ha avuto un reddito netto medio compreso tra €1000 e €1600 negli ultimi sei mesi, il 62% delle giovani donne ha guadagnato tra i €500 e €1300. Inoltre, a parità di titolo di studio, le donne guadagnano meno, in particolare quelle che hanno un titolo di laurea o post-laurea.
Famiglia – Oltre la metà dei giovani lombardi tra i 18 e i 34 anni vive ancora coi genitori; circa il 40% ha lasciato la casa di origine, l’8% per andar a vivere da solo o con amici e il 33% con il proprio partner/coniuge. Il 18% dei giovani lombardi sono sposati, il 14% convive. Fra coloro che vivono ancora con la famiglia di origine la maggior parte dichiara di non avere una relazione stabile e di non prevedere di andare via di casa nel corso del successivo anno. La maggior parte di coloro, che pur vivendo coi genitori, ha una relazione stabile, esclude un progetto di vita indipendente a breve termine.
Dalle interviste emerge anche un netto divario fra l’idea teorica e l’intenzione reale circa l’età in cui uscire di casa: l’età più adatta sarebbe 23 anni e mezzo ma quella più realistica è 30. I motivi per cui si sceglie di continuare a vivere coi genitori sono: la situazione economica (per l’84% dei giovani) seguita dal lavoro e la casa. Emerge infine che le donne sono più propense a lasciare la famiglia di origine e, tra gli uomini, si decide più facilmente di andare a vivere da soli in presenza di un elevato livello di istruzione.
Del 34% dei giovani lombardi che vive col partner, il 19% ha già dei figli o è in attesa del primo mentre il 14,6% non ce li ha ancora. Di questi, 4 persone su 10 dichiarano di non avere progetti a medio termine, 6 su 10 ha invece in programma di allargare la famiglia nel corso dei successivi tre anni. 1 giovane su 3 dichiara infine di prevedere di avere il primo figlio dopo i 35 anni.
Attività – Una buona fetta di giovani lombardi (circa il 45%) ha fatto almeno una volta nella propria vita un’esperienza di volontariato o di politica: circa il 17% le sta tuttora svolgendo e il 28% dichiara di averlo fatto in passato. Il 56% svolge attività di volontariato e il 34% fa parte di partiti, movimenti o gruppi politici e in 1 caso su 10 si tratta di giovani che svolgono entrambe le tipologie di attività. Il 40% dei giovani lombardi conferma che sporadicamente partecipa a iniziative pubbliche: petizioni o raccolta firme (24%), manifestazioni di piazza, marce, flashmob (17%), campagne di sensibilizzazione sui social network (15%). Al crescere del livello di istruzione dei genitori cresce anche la propensione alla partecipazione.
Stranieri – Stando ai dati del 2018 la percentuale dei giovani stranieri in Lombardia è del 41,6%, in larghissima maggioranza nati all’estero e solo l’8,3% in Italia. Il 63% non è sposato, oltre il 48% dichiara di conoscere molto bene l’italiano e l’incidenza della disoccupazione è pari al 12,5%. I giovani stranieri hanno un livello di istruzione relativamente elevato, con una incidenza di laureati e diplomati superiore al 50% della popolazione esaminata. Leggono più libri rispetto agli adulti, con una riduzione dei non lettori dal 56% al 46%. Rispetto agli adulti frequentano maggiormente biblioteche e partecipano a concerti. Solo una bassissima percentuale non usa internet: il 3,5% tra i giovani.