Il sogno realizzato di un National Trust tricolore

Da 45 anni a tutela del patrimonio artistico e naturale italiano. Il 28 aprile del 1975 veniva firmato a Milano l’atto di fondazione del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano. A sottoscrivere il documento Renato Bazzoni, Alberto Predieri, Franco Russoli e naturalmente, Giulia Maria Mozzoni Crespi, primo Presidente e oggi presidente onorario. L’entusiasmo di queste persone, a distanza di 45 anni ha “contagiato” quasi 200mila persone (tanti sono gli iscritti all’associazione) e permesso di “salvare” 64 luoghi, tutelare 21 beni e quasi 70mila metri quadrati di edifici storici, 6.736.000 metri quadrati di paesaggio, 340.000 metri quadrati di terreni agricoli produttivi (oliveti, agrumeti, vigneti), 2.670.000 metri quadrati di boschi, 1.250.000 metri quadrati di pascoli di montagna, 465.000 metri quadrati di giardini e parchi storici. Senza dimenticare gli oltre 122 milioni di euro raccolti e investiti in restauri al servizio della collettività e le numerose iniziative pubbliche, come le apprezzate “giornate di primavera” sempre frequentate da milioni di visitatori grazie al lavoro di oltre 120mila volontari.

L’ISPIRAZIONE BRITANNICA – Fu Elena Croce, figlia del grande filosofo Benedetto, a spingere l’amica Giulia Maria Mozzoni Crespi ad impegnarsi per creare in Italia una fondazione sulla falsariga del National Trust britannico, l’ente fondato nel 1895 da Octavia Hill, Sir Robert Hunter e Canon Hardwicke Rawnsley, che oggi tutela oltre 248.000 ettari di bellissimi paesaggi in Inghilterra, nel Galles e nell'Irlanda del Nord, oltre 1.100 chilometri di coste e circa 250 edifici e giardini di particolare interesse e importanza storica.

LA COSTITUZIONE E LE DONAZIONI – La stella polare del Fondo, è l’articolo 9, secondo comma, della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Nel 1976 a dare il via alle attività FAI fu la prima donazione ricevuta: la splendida Cala Junco donata da Pietro di Blasi, a Panarea, nelle Eolie, una caletta dalle acque cristalline. L’anno successivo, Emanuela Castelbarco, nipote di Arturo Toscanini dona il Castello di Avio e la fondazione avvia interventi di restauro per salvare il bene dal degrado.   Seguirono il Monastero di Torba, nel Varesotto, comprato e donato dalla stessa presidente Crespi, l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli, fino alle ultime significative acquisizioni dei Giganti della Sila a Spezzano della Sila, del Podere Case Lovara a Punta Mesco, delle Saline Conti Vecchi a Cagliari.

GIORNATE DI PRIMAVERA E LUOGHI DEL CUORE – Nel 1993, vengono aperte per la prima volta le porte di 90 luoghi in 32 città. Nasce così un evento chiave del FAI, le “Giornate di Primavera”, che dopo 25 edizioni conterà 10.000.000 visitatori e coinvolgerà 123.000 volontari. Anche Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, è stato più volte protagonista di questa manifestazione, raccogliendo sempre diverse migliaia di visitatori. Dieci anni dopo, nel 2003, gli italiani sono chiamati a esprimersi sui luoghi che hanno più a cuore e che vorrebbero salvare votandoli al censimento “I Luoghi del Cuore”. La prima edizione conta 24.200 voti. Nel 2016 diventeranno oltre 1 milione e 500.000.

SALVARE POSSEDENDO –  La mission del “salvare possedendo” è rimasta inalterata nel corso del tempo. Una formula frutto di una considerazione semplice e lineare: “Non esiste un Paese dal punto di vista geografico con una forma precisa come l’Italia, proiettato totalmente in mezzo al Mediterraneo: dalle Alpi ai vulcani – ha avuto modo di spiegare Giulia Maria Mozzoni Crespi in una intervista alla Rai – Il nostro obiettivo è rimasto quello di salvare il passato non in una forma imbalsamata, in questo modo il bene muore, ma dando nuova vita in funzione della vocazione del luogo e nel rispetto di quest’ultimo”