50, un’altra storia/ Seveso e la nube di diossina, cronache da un disastro ambientale

Orti polverizzati, migliaia di animali contaminati e una nube tossica sopra i comuni di Meda, Cesano Maderno, Limbiate, Desio e Seveso. E’ la tarda mattinata del 10 luglio del 1976 quando all’impianto Icmesa di Meda si registra  una fuoriuscita di diossina che in poche tempo avvolge una vasta area, colpendo soprattutto a causa del vento il Comune di Seveso, sul quale le polveri si depositano.
Un disastro, il disastro di Seveso, come fu chiamato dai media in seguito. Nessuna vittima, per fortuna. Ma le autorità dovettero sfollare oltre 600 persone mentre si registrarono 240 casi da cloracne, una dermatosi provocata dall'esposizione al cloro e ai suoi derivati, con lesioni e cisti sebacee. Successivamente la zona più contaminata del Comune di Seveso (zona A) fu interdetta e presidiata, il terreno deposto in vasche e sostituito  da terreno proveniente da zone non inquinate. Fu creata anche una zona B, contaminata in misura minore, e una zona R, di rispetto. Il 2 giugno 1977 il Consiglio regionale della Lombardia approvò i 5 programmi di intervento per bonificare il territorio inquinato
Il disastro, ebbe notevole risonanza pubblica e a livello europeo, e portò alla creazione della direttiva 82/501/CEE nota anche come direttiva Seveso: fu il primo evento nel quale la diossina era uscita da una fabbrica e aveva colpito la popolazione e l'ambiente circostante. (mag)