Brescia, la strage di piazza della Loggia: 8 morti e oltre 100 feriti a una manifestazione antifascista

Uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, nel quale morirono otto innocenti e ne furono feriti oltre cento. Erano le ore 10 del 28 maggio 1974 quando in piazza della Loggia a Brescia si compì la strage. Un vile attentato terroristico fascista compiuto con il preciso intento di rispondere in modo disumano alla manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere e provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102.

Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, vennero riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo (fondato nel 1969 sulle ceneri del Centro Studi Ordine Nuovo) quali esecutori materiali. Quel giorno, a Brescia, centinaia di persone erano scese in piazza a manifestare, del tutto ignare della presenza di quel chilogrammo di esplosivo, mix di gelignite e dinamite nascosto in un cestino dei rifiuti, pronto a deflagrare con tutta la sua mortale potenza. Le vittime furono Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese. Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie. Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica. Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante. Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano. Luigi Pinto, 25 anni, insegnante. Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio. Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio. Insomma: il popolo!

La camera ardente di sei delle otto vittime venne allestita nel salone Vanvitelliano del municipio. Il funerale si svolse nella stessa Piazza della Loggia, alla presenza dell’allora capo dello stato Giovanni Leone, del Presidente del consiglio Mariano Rumor e dei principali leader di partito. La cerimonia venne officiata dal vescovo di Brescia Luigi Morstabilini; gli oratori furono il sindacalista già presente al momento dell'esplosione Franco Castrezzati, il deputato socialista del comitato antifascista bresciano Gianni Savoldi e il segretario della CGIL Luciano Lama che presenziarono a nome di tutti i sindacati e il sindaco di Brescia Bruno Boni. La cerimonia vide la partecipazione popolare di circa 500.000 persone.

Il 30 maggio a Brescia, anche il Consiglio regionale della Lombardia tenne una seduta straordinaria in ricordo delle vittime e contro quello che fu uno tra gli episodi più dolorosi della cosiddetta “strategia della tensione”. Quello di Brescia è considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).