La Lombardia cresce

Secondo Banca d’Italia il PIL è al 3,8%, sopra la media nazionale. Bene fatturato, produzione e investimenti, nonostante inflazione e aumento dei prezzi.

Factory male worker in plant production drilling at metal machine in industrial factory.

La Lombardia si conferma il “motore economico” del Paese. Secondo il rapporto “L’economia della Lombardia” di Banca d’Italia il 2022 si è chiuso con un PIL al 3,8%, di poco più alto di quello nazionale che è al 3,7% e superiore a quello dei livelli pre-pandemia (nel 2019 era il 3,4%). Un quadro che conferma la forza del sistema economico lombardo.

Sono tre i punti di forza che spiegano la buona performance della Lombardia – sottolinea il Direttore della sede milanese della Banca d’Italia, Giorgio Gobbi -. Il primo è la capacità del sistema lombardo di adattarsi agli shock economici e sociali e ai cambiamenti. Il secondo è la propensione all’innovazione. Il terzo è la capacità di attirare talenti e capitali. Questo concorre a determinare un’elevata competitività sui mercati esteri che si traduce in esportazioni e in una crescita in tutti i settori dell’economia”.

Segnali positivi anche dal mondo del lavoro. Nel 2022 il numero degli occupati in Lombardia è aumentato del 2,1%, raggiungendo nell’ultimo trimestre dell’anno i livelli del 2019. Il tasso medio di disoccupazione è sceso al 4,9%, quasi un punto percentuale inferiore rispetto al 2019 (0,8%), mentre il tasso di partecipazione (71,7%) non è riuscito a compensare completamente il calo dovuto alla pandemia (72,5% nel 2019).

Segno “più” anche per la produzione industriale che registra un incremento del 6,3% rispetto al 2021, il fatturato (+ 2,5%) e gli investimenti cresciuti del 5,4%. Le esportazioni hanno continuato a sostenere la produzione con una crescita del 5,3%.

Tra gli indicatori di maggiore criticità c’è l’inflazione che riduce il potere d’acquisto delle famiglie e incide negativamente sull’andamento dell’economia. A partire dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina l’inflazione ha iniziato a rialzare la testa, passando dal 4,1% del gennaio 2022 all’11% del dicembre dello stesso ano. Segnali positivi, però, si sono visti a marzo di quest’anno quando l’inflazione è scesa al 7,5%, trascinata giù dal calo dei prezzi di gas ed energia.

Il reddito delle famiglie lombarde è cresciuto del 6,3% grazie alla ripresa occupazionale, anche se il potere d’acquisto si è ridotto a causa del forte aumento dei prezzi. In questo mix di condizioni, i consumi hanno continuato a crescere (+ 6,1%), ma sono rimasti a livelli più bassi rispetto al 2019. L’indebitamento elle famiglie nei confronti del sistema creditizio è aumentato del 4,7% nell’anno, mentre l’aumento dei tassi di interesse sui mutui si traduce in media in un aumento di 127 euro al mese.

Nel 2023, secondo Bankitalia, il reperimento energetico continua ad essere un grosso problema per le aziende. Per questo si cercano strade alternative. Negli ultimi dodici mesi è aumentata la capacità degli impianti che utilizzano fonti rinnovabili: quasi un’impresa lombarda su due ha iniziato a realizzare o ha programmato investimenti per migliorare la propria efficienza energetica.

Nei primi mesi del 2023 l’economia ha rallentato – spiega Giorgio Gobbima la crescita rimane positiva, anche se il quadro macroeconomico che abbiamo di fronte è incerto. Il fatto che Germania e Olanda siano in recessione tecnica è un elemento negativo se si considera che l’economia lombarda è strettamente intrecciata con quella tedesca”.

Quanto alla spinta del PNRR, gli enti sono impegnati soprattutto nelle fasi di progettazione e predisposizione dei bandi per gli appalti: alla fine dello scorso aprile l’importo complessivo dei bandi di gara finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ammontava a circa 2,3 miliardi di euro, pari al 28% delle risorse a disposizione.

 

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