Nel 1654 una meteora colpì un frate. Una storia meneghina tra mito e realtà

70 anni fa una donna venne colpita da un meteorite. 300 anni prima, la stessa sorte toccò a un religioso milanese

Il 30 novembre del 1954 fece scalpore la vicenda della 34enne americana Ann Elizabeth Hodges, ferita da un misterioso oggetto, mentre riposava sul divano: un meteorite di 4 kilogrammi attraversò il cielo, sfondò il tetto della sua abitazione e, rimbalzando su un apparecchio radiofonico, la colpì al fianco. Divenne un caso mediatico. Non il primo, pare. Perché di una cosa simile se ne trova traccia nelle cronache del Seicento.
Una storia sospesa tra cielo e terra. Una di quelle a metà tra leggenda e realtà, che però sembra essere capitata davvero, stando a un manoscritto dell’epoca.

E’ lo strano caso di un frate milanese della chiesa di Santa Maria della Pace, situata nel centro storico del capoluogo, ucciso da una meteora nel 1654.
Le cronache di allora raccontano che stava camminando per strada quando venne improvvisamente gettato a terra e ucciso da una forza invisibile. Un vero mistero su cui si impegnò a far luce Manfredo Settala, soprannominato “l’Archimede milanese”, figlio del protomedico Ludovico, tra i personaggi comparsi ne “I Promessi Sposi”.
Settala, un importante collezionista dell’epoca, noto anche per aver creato a Milano un museo per raccogliere tutti gli oggetti accumulati nei suoi viaggi, prese davvero seriamente la vicenda della morte del religioso e, dopo un attento esame del cadavere, riuscì a individuare e a estrarre dalla gamba dello sfortunato frate una “pietra” di circa sei centimetri che, una volta tagliata, emise un forte odore di zolfo.

Quando si racconta di oggetti caduti dal cielo, che ci si riferisca a meteore, stelle cadenti o fulmini, si va nel campo dell’universo e dell’astrofisica e spesso si finisce per proiettare attorno a loro ogni tipo di idea, creando storie affascinanti e collegando a questi straordinari eventi buoni o cattivi presagi. Di più. Lo zolfo è un metallo, che attira diverse credenze, associato a luoghi sotterranei, al fuoco vulcanico e, tra i cristiani, all’inferno e al diavolo.

Difficile a dirsi cosa possano aver pensato gli abitanti di quell’epoca lontana, sta di fatto però che la storia si arricchì di un ulteriore mistero quando la meteora, dopo essere stata esposta tra le tante curiosità già conservate al Museo Settala, scomparì come mai esistita una volta che la collezione venne trasferita, alla morte del nobiluomo, all’Ambrosiana.
L’unica testimonianza di quello che vi stiamo raccontando sembra resti solo un disegno, probabilmente commissionato dall’“Archimede Milanese”, solito a fare ritrarre su carta tutte le meraviglie conservate negli anni. Un fatto, però, questo, su cui nessuno si occupò di far luce, lasciando a noi il dubbio se quel che vi stiamo raccontando sia realmente accaduto o si tratti solo di una storia affascinante.