“Oggi i cittadini sentono l’Europa lontana: oltre il 70% degli italiani la avverte addirittura come ostile e nemica e non ha più fiducia nell’Europa. Per questo motivo le istituzioni europee devono dialogare meglio con i livelli locali e in particolare con le Regioni, condizione indispensabile per dare vita a un’Europa che sia nuovamente sentita da tutti come patrimonio comune”.
Lo ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo che ha presieduto oggi a Palazzo Pirelli il Gruppo di lavoro “Sussidiarietà” della CALRE (Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee).
“Cento anni fa –ha aggiunto Cattaneo– si scatenò il primo conflitto mondiale perché i popoli europei avevano perso la capacità di dialogare insieme: se vogliamo evitare che si ripresentino situazioni analoghe, dobbiamo ritrovare le ragioni del nostro stare insieme come cittadini europei, ma per raggiungere questo obiettivo serve un’Europa con meno burocrazia e più sussidiarietà”.
Sono intervenuti, tra gli altri, Pilar Rojo Noguera (Presidente CALRE), Bert Kuby (Subsidiarity Network Comitato delle Regioni), Vannino Chiti (Presidente Commissione “Politiche UE” del Senato), Michele Bordo (Presidente Commissione “Politiche UE” della Camera), Marco Benotti (Sottosegretariato di Stato per le politiche e gli affari europei) e Eros Brega (Presidente della Conferenza dei Consigli regionali italiani).
“Dobbiamo difendere le democrazie legislative e rappresentative a livello regionale –ha detto Pilar Rojo Noguera– contro ogni rigurgito neocentralista: se vogliamo costruire un’Europa di tutti e per tutti, non possiamo non prescindere dal ruolo centrale dei territori e delle Regioni”.
“La CALRE riunisce 75 regioni dei più importanti Paesi europei –ha aggiunto Eros Brega– e importante sarà ora fare squadra soprattutto sul piano legislativo: solo così potremo condizionare in modo significativo le decisioni assunte dagli organismi di Governo europei. Gli eletti però dovranno confrontarsi con una dimensione più ampia e di prospettiva europea, senza limitarsi a curare i loro particolarismi territoriali”.
“In questi ultimi mesi abbiamo instaurato un lavoro sempre più stretto e proficuo tra Senato e Regioni –ha concluso Vannino Chiti– consapevoli che soprattutto in materia economica le regole vanno costruite insieme e non imposte. Ricordo a tal proposito che, in un periodo dove forte è la sensibilità e l’attenzione sulla riduzione della spesa pubblica, a gennaio 2015 l’Italia rischia di restituire all’’Europa 5 miliardi di euro di risorse assegnate ma non utilizzate”.
A questo proposito la ricerca individua strumenti e azioni pratiche come l’istituzione nell’ambito del Consiglio regionale, sull’esempio di quanto è stato fatto in Belgio e dalla House of Lords in Inghilterra, di un European Reporter: in pratica, una figura politica cui affiancare un sito web dedicato a raccogliere indicazioni da parte degli stakeholder sulle proposte europee. Inoltre si suggerisce di dare vita, come già avviene in altre Regioni, a una Commissione consiliare permanente appositamente istituita per la materia degli Affari europei. L’istituzione di una apposita Commissione, secondo i ricercatori di Eupolis, avrebbe il pregio di assicurare un costante, puntuale e competente intervento sulla partecipazione della Regione ai processi decisionali europei.