Rifiuti urbani e risorse idriche.

La Commissione Ambiente, presieduta da Luca Marsico (PdL), ha approvato il progetto di legge che introduce modifiche alle leggi regionali sulla “Disciplina dei servizi locali di interesse economico, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche”, su “Norme in materia di impatto ambientale” e “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”. Il gruppo del Partito democratico si è astenuto mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro.

Il progetto di legge, che deve ora essere esaminato dal Consiglio regionale per la sua approvazione definitiva, prevede una serie di adeguamenti alla normativa nazionale e lombarda in previsione della stesura del Programma Regionale Gestione Rifiuti (PRGR).

In particolare concentra la propria attenzione sulla misurazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV), il valore che rappresenta appunto la quantità d’acqua minima da lasciare sempre defluire nell’alveo di un torrente a valle delle opere di presa (serie di impianti che permettono di prelevare l'acqua da sorgente, acque superficiali correnti o stagnanti, acque subalvee o, raramente, da acque meteoriche o piovane). Questo per garantire sia la continuità idraulica del corso d’acqua che la conservazione delle specie naturali dell’ecosistema fluviale.
Nel merito, il provvedimento introduce tra l’altro dall’1 gennaio 2015 l’obbligo del monitoraggio in continuo del DMV per derivazioni finalizzate alla produzione di energia idroelettrica o di forza motrice sia per le nuove concessioni che in fase di rinnovo delle esistenti. 
Su questo punto, così come sull’Osservatorio ambientale istituito nell’articolo che modifica la legge n.5 del febbraio 2010 su “Norme in materia di valutazione di impatto ambientale”, sono stati accolti dalla Commissione emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle per la pubblicazione in sintesi in Internet dei dati aggregati rilevati durante il monitoraggio delle due attività.

Per quanto riguarda la pianificazione regionale per la gestione dei rifiuti, questa deve essere sottoposta ad un aggiornamento ogni sei anni e a tale “orizzonte temporale” si devono adeguare le Province. Tra l’altro viene introdotta una norma transitoria per evitare in Lombardia un sovradimensionamento territoriale di impianti di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati rispetto alle necessità dell’intera regione, esubero già evidente nelle analisi propedeutiche alla stesura della nuova pianificazione regionale.