Il Consiglio regionale ricorda Nereo Rocco

Grande allenatore di calcio, protagonista dello schema tattico del catenaccio

Il Consiglio regionale della Lombardia ha ricordato oggi a Palazzo Pirelli il grande allenatore di calcio Nereo Rocco con il convegno “Milano è Memoria promosso dal Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con il patrocinio del Comitato Regionale Lombardia del Coni, del Comune di Milano e della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati. Di Nereo Rocco, attraverso le testimonianze dei suoi parenti, dei suoi giocatori e dei rappresentanti dei diversi club dove ha giovato e allenato, sono state sottolineate in particolare la grande spontaneità e il calore umano, insieme alla sua proverbiale schiettezza.

Nereo Rocco: la sua storia 

Nato a Trieste il 20 maggio del 1912, giocò nella Triestina, nel Napoli e nel Padova e venne convocato anche in nazionale da Vittorio Pozzo. Da allenatore introdusse in Italia il “catenaccio”, il modulo tattico prettamente difensivo ideato in Svizzera negli anni trenta. L’allenatore triestino sperimentò questo assetto già durante la sua carriera da giocatore, quando giocò nel ruolo di libero nella squadra della Libertas, negli anni dell’immediato dopoguerra. In un’amichevole contro la più quotata Triestina, Rocco riuscì a infliggere una clamorosa sconfitta agli alabardati, che lo prenotarono per l’anno seguente.
La Triestina, finita ultima nella stagione 1946-1947 e ripescata per via della difficile situazione in cui versava la città nel dopoguerra, grazie al nuovo giovane tecnico e alla nuova tattica che prevedeva il battitore libero, arrivò addirittura a classificarsi seconda dietro al Grande Torino nel campionato 1947/1948. Con questo risultato iniziò la storia di Nereo Rocco allenatore. Gli venne dato quasi subito il soprannome di el paròn (“il padrone”), soprannome che lo accompagnò per sempre, pur se contraddistinto da una certa bonomia.

Sulla panchina rossonera, nella stagione 1962-63 Rocco mise in bacheca la prima Coppa dei Campioni del Milan e del calcio italiano, battendo a Wembley il Benfica di Eusebio. Dopo questi trionfi, Rocco finì al Torino, guidandolo per tre stagioni, con l’acuto del terzo posto nella stagione 1964/1965. All’inizio della stagione 1967/1968 Rocco fu ingaggiato nuovamente dal Milan con il quale conquistò ancora lo scudetto e, nello stesso anno, la Coppa delle Coppe. La stagione seguente vinse la seconda Coppa dei Campioni mentre, in quella ancora successiva, dopo una memorabile sfida in Argentina contro l’Estudiantes, gli riuscì di conquistare la Coppa Intercontinentale che al Milan era sfuggita nel 1963 contro il Santos di Pelè.

Il Convegno

All’iniziativa a Palazzo Pirelli sono intervenuti il Presidente nazionale di Anvgd Renzo Codarin, il Presidente del Coni Lombardia Marco Riva, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il Presidente di Asi Lombardia Marco Contardi. Una platea commossa ha ascoltato le testimonianze dell’ex calciatore del Milan José Altafini, del giornalista Bruno Pizzul del Direttore de L’Arena di Pola Viviana Facchinetti, dell’ex Presidente della Juventus, “di sangue istriano”, Giovanni Cobolli Gigli.
Hanno partecipato, inoltre, il Presidente del Museo del Grande Torino Domenico Beccaria, il Direttore del Museo del Grande Torino Giampaolo Muliari, l’editorialista della Gazzetta dello Sport Alberto Cerruti e il giornalista del Giorno Gabriele Moroni. Durante il convegno, moderato da Luigi La Rocca, è stato proiettato il nuovo documentario realizzato dal filmaker Simone Pontini “Ricordando Nereo Rocco” con interviste di Emma Bozzi.