Il ruolo sociale di fido in un convegno patrocinato dal Consiglio regionale

Fa parte della famiglia e lavora a stretto contatto con l'uomo, conoscere le sue dinamiche è il primo passo verso un corretto approccio

Una tavola rotonda per parlare del ruolo sociale del cane: nell’ambito formativo dei bambini, nell’assistenza all’anziano, negli effetti della pet-therapy, nel sostegno dei giovani, nel soccorso in casi di emergenza e infine nella quotidianità domestica dove allevia la solitudine e trasmette il buonumore, con i suoi piccoli show fatti di versi e scodinzolate.
“I cani nel sociale: alla scoperta di una realtà in pieno sviluppo”. E’ questo il titolo scelto da Progetto Scena Edition, che ha promosso un confronto, patrocinato dal Consiglio regionale, che si terrà il 7 ottobre al CAM di corso Garibaldi.

Recenti studi hanno fatto emergere con certezza come il cane porti benessere in famiglia, regalando momenti di spensieratezza, educando all’empatia e stimolando la socialità.
I cani possono spingerci a condurre uno stile di vita sano. Possono aiutarci ad affrontare con meno pesantezza i momenti più difficili. Esattamente come fa l’amico perfetto quando prova a tenerci compagnia e a distrarci mentre siamo in ansia tra mille preoccupazioni.

Il valore educativo del cane nei confronti dei bambini è dimostrato da numerose ricerche: aumenta l’autostima, la capacità di entrare in empatia col prossimo e crea uno stato di sicurezza affettiva.

Gli effetti benefici sugli over 65 sono evidenti. In particolare, si ritiene che negli anziani che soffrono di malattie croniche come ipertensione, diabete o depressione, possederne uno procuri effetti positivi sulla condizione psicofisica.

Una pagina importantissima è quella connessa alla cosiddetta Pet Therapy. Le terapie assistite dal cane sono vere e proprie co-terapie che supportano le cure tradizionali. Spesso il cane, adeguatamente preparato da esperti, ottiene ottimi risultati all’interno di percorsi educativi per studenti e di rieducazione per adulti e bambini con disabilità o affetti da disturbi del comportamento. La sua presenza agisce sulla sfera motoria, cognitiva ed emotivo-relazionale. Con questo obiettivo, per esempio, è stato promosso all’Ospedale di Garbagnate Milanese il progetto “Scodinzolando in pediatria” promosso del Nucleo Pet Therapy dell’Associazione Nazionale Alpini- Sezione Lupo Maestro Varese. Per due sabati al mese i volontari delle Unità cinofile dell’A.N.A fanno visita ai bambini ricoverati prevedendo momenti di interazione, giochi e coccole. Come spiega Luisa, una volontaria “la presenza del cane cattura l’attenzione, stimola la motivazione, riduce l’ansia nei confronti di atti medici invasivi e spesso concorre anche alla riduzione dell’uso dei farmaci, con ulteriori vantaggi sia per il piccolo paziente che per il personale sanitario”.

Le Unità Cinofile, binomio indivisibile uomo e cane, sono caratterizzate da alta specializzazione e professionalità e sono impegnate anche nelle ricerche in caso di persone disperse, terremoto, frane, crolli e salvataggio in acqua. Spesso sono proprio i cani, in seguito a un duro addestramento, che sono capaci di trovarci e salvarci la vita.

Il cane è un animale sociale e vive di collaborazione e relazioni. Per il cane la famiglia o il compagno di lavoro sono una squadra. Non può vivere da solo e senza una persona accanto non è davvero completo. Diventa allora essenziale formare le nuove generazioni in modo da sviluppare un rapporto corretto e un approccio consapevole.
Antenati dei lupi e al sicuro nel branco, oggi, dopo essere stati addomesticati dall’uomo, vivono pienamente solo se si vedono parte di un progetto comune. Che sia quello di far parte di un’unità cinofila o di convivere con la propria famiglia in casa non ha importanza. Il legame con il loro diverso “branco” è ugualmente fondamentale e profondo.